Fiera mondiale delle crociere: Venezia scomparsa dalle mete

Le Compagnie abbandonano la laguna con gravi conseguenze per tutti gli scali dell'Adriatico

Fiera mondiale delle crociere: Venezia scomparsa dalle mete
MESTRE - Se è vero, come qualcuno afferma compreso l'ex ministro e proponente del progetto Duferco Cesare De Piccoli, che le compagnie da crociera sono pronte a tornare...

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MESTRE - Se è vero, come qualcuno afferma compreso l'ex ministro e proponente del progetto Duferco Cesare De Piccoli, che le compagnie da crociera sono pronte a tornare a Venezia una volta che si saranno chiarite le cose. Se può essere vero per casi singoli come per Costa (emigrata a Trieste) e Norvegian Cruise Line (a Ravenna), globalmente sta accadendo l'esatto opposto: il porto di Venezia sta scomparendo dalle mete mondiali. Se ne sono accorti gli operatori lagunari andati, come ogni anno, a Miami al Seatrade Cruise, la fiera mondiale della crocieristica, dove «le indicazioni che stanno trapelando, generalmente positive, forniscono invece la conferma di un'esclusione ormai in atto di Venezia dagli itinerari delle principali compagnie crocieristiche, che avrà sicuramente conseguenze sul sistema di tutto l'Adriatico nei prossimi anni». Lo afferma da Miami Alessandro Santi, presidente nazionale di Federagenti e coordinatore di Venezia Port Community. A questa deriva drammatica hanno contribuito i governi che si sono succeduti da almeno dieci anni a questa parte, in particolare i ministri competenti dello Sviluppo economico, dei Trasporti e dell'Ambiente, la maggior parte per mancanza di risposte concrete e l'ultimo, quello di Draghi, per una decisione draconiana che l'anno scorso ha chiuso definitivamente il passaggio per il bacino di San Marco senza assicurare alcuna alternativa praticabile. Così anche la crocieristica, e molti temono l'intera portualità, sta facendo la fine dell'area industriale di Porto Marghera chiusa e desolatamente abbandonata senza alcuna alternativa per l'economia e l'occupazione. «Con Venezia scompare l'home port iconico e più importante del Mediterraneo: come era purtroppo annunciato la fase transitoria indicata dal Decreto Legge 103 di luglio 2021, che prevedeva azioni a favore della salvaguardia di Venezia e del lavoro, non ha prodotto nulla di concreto: - afferma il presidente di Federagenti - né la salvaguardua né il lavoro sono andati a buon fine: la città è assalita dal turismo mordi e fuggi, e la qualità e il valore aggiunto dei crocieristi organizzati e alto-spendenti sono stati rapidamente sostituiti da visitatori giornalieri che arrivano in centro storico per addio al nubilato e celibato e raid alcolici. Con la conseguenza evidente di centinaia di lavoratori che attendono da mesi sostegni, e le compagnie legittimamente in fuga».


TEMPI ETERNI


Se la legge approvata 8 mesi fa (il Decreto è stato trasformato in legge a settembre) non ha prodotto alcun risultato pratico, eccetto una gran confusione nelle banchine di Porto Marghera tra navi da crociera e commerciali, evidentemente qualcosa non va e la seconda conseguenza, subito dopo i danni alle centinaia di lavoratori, è che la programmazione delle compagnie su Venezia si riesce a farla solo di mese in mese (mentre dovrebbe essere annuale): «Ma le navi e i loro passeggeri non possono aspettare la burocrazia italiana» afferma ancora Alessandro Santi. E se è drammatica la gestione a breve termine della situazione, quella a lungo termine va ancora peggio dato che il famoso concorso di idee per scegliere il progetto del nuovo porto previsto in mare aperto è stato improvvisamente bloccato a soli pochi mesi dall'avvio dell'iter: «La sentenza del Tar del Veneto conferma i tanti dubbi che erano stati sollevati sulla modalità del procedimento, che aveva trascurato colpevolmente anni di studi e di confronti tecnici avanzati, - conclude il coordinatore della Comunità portuale veneziana - e purtroppo sancisce un'ulteriore perdita di credibilità del Sistema Paese».

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Il Gazzettino