La montagna "coltivata" riconquista i giovani: la nuova sfida dolomitica

La montagna "coltivata" riconquista i giovani: la nuova sfida dolomitica
LONGARONE - Guardare al futuro attraverso la riscoperta del terra. È la nuova sfida delle zone montane. E, in particolare, della provincia di Belluno. Una sfida raccolta da...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
LONGARONE - Guardare al futuro attraverso la riscoperta del terra. È la nuova sfida delle zone montane. E, in particolare, della provincia di Belluno. Una sfida raccolta da un settore in costante crescita come quello dell’agricoltura di montagna. Lo stesso settore trova la sua vetrina ideale nel contesto di Agrimont, la fiera di primavera aperta ieri nei padiglioni di Longarone.


«Senza l’agricoltura, il turismo in montagna sarebbe pari a zero - è il pensiero di Silvano Dal Paos, presidente della Coldiretti bellunese -. Le prospettive future? Rispetto ad altri settori, c’è una positiva controtendenza anche in merito ai giovani». Le nuove generazioni, infatti, stanno tornando a riappropriarsi dei campi: «Quando organizziamo dei corsi specifici, dieci anni fa registravamo la presenza di sei o sette persone, mentre ora si iscrivono una trentina di ragazzi. In linea generale, inoltre, stanno rifiorendo altre attività con i piccoli frutti, gli ortaggi, i vigneti: tutto ciò garantisce risultati economici perfino superiori alle aspettative». Eppure, anche in un momento piuttosto florido, è necessario fare i conti con un problema di non poco conto: la mancanza di acqua. «Se la siccità perdura per altri 10, 15 giorni - prosegue Da Paos - sarà difficile procedere con la semina. Il terreno è secco e il cotico erboso è molto brullo. Speriamo quindi nella pioggia, altrimenti il terreno rischia di essere troppo arso per consentire alle sementi di germogliare. A quel punto, la criticità si allargherebbero pure al fieno per il foraggio, ai meleti e ai vigneti». Tornando ad Agrimont, la rassegna si è aperta ieri con 274 marchi aziendali e 139 espositori diretti, in rappresentanza di 13 regioni italiane e 14 Paesi esteri. Al taglio del nastro è intervenuto anche il vice presidente della Regione Veneto, Gianluca Forcolin: «Le aziende espositrici sono le vere protagoniste di questa manifestazione. A noi spetta un compito fondamentale: quello di assisterle. Lo stiamo facendo con una partecipazione di 65 milioni di euro sui fondi europei e una particolare attenzione alla montagna». Infine, per Giorgio Balzan, presidente di Longarone Fiere, «oggi l’agricoltura è ancora più importante per l’ambiente, il mantenimento del territorio, il turismo e la qualità dei prodotti». Agrimont proseguirà anche oggi (orario: 9-19) per poi riprendere venerdì 24. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino