La Festa d'autunno e degli uccelli nel mirino degli animalisti

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Gli uccelli sono scomparsi dal titolo della manifestazione, che da Festa della vendemmia e Fiera degli uccelli si è trasformato in Magiche atmosfere d'autunno, ma alle associazioni animaliste non è sfuggito il ritorno, anche quest'anno, di quella che definiscono la fiera degli uccelli schiavi. E così da ieri è iniziato il mail bombing, indirizzato all'ufficio relazioni con il pubblico del Comune e alle redazioni giornalistiche. A scendere in campo sono questa volta gli animalisti di Freccia 45, associazione di promozione sociale per la protezione e difesa animale, guidati da Paola Re, consigliera e responsabile delle petizioni, che invita il Comune di Porcia ad «abbandonare questa tradizione schiavista per il bene di esseri umani e non umani. In questi luoghi - spiega Re - si passeggia tra animali chiusi in gabbia, mostrati e venduti al pubblico come merce in un lucroso evento commerciale e turistico. Sono spesso erroneamente interpretate come manifestazioni a carattere ambientale: è un errore che nasce da una promozione lanciata dalle associazioni organizzatrici e da quelle venatorie, che riescono a dare un significato irreale a questi eventi. Sono utilizzate immagini di boschi con uccelli liberi, ma in realtà gli uccelli detenuti nelle fiere sono strappati al loro habitat naturale o nati e cresciuti in cattività, fatti riprodurre artificialmente, rinchiusi in gabbia o legati con una zampa a un trespolo e commerciati come merce». Re sostiene inoltre che «bisognerebbe informare la gente sul tipo di animali trattati nelle fiere, sulle loro caratteristiche ed esigenze, su come vengono detenuti, alimentati, trasportati, su quantità e destinazione dell'incasso, sui finanziamenti dati dai contribuenti tramite Regione, Provincia e Comune, sui costi in termini di sicurezza e ordine pubblico». L'associazione contesta anche gli aspetti didattici dell'iniziativa e il fatto che manifestazioni come questa abbiano sempre tutte le necessarie autorizzazioni: «Ritenere un uccello in gabbia in una condizione di benessere è una presa in giro della scienza etologica, oltre che una crudeltà. Lo dimostrano i continui tentativi che gli uccelli in gabbia mettono in atto nel distendere le ali, allungare il collo, reggersi sulle zampe e soprattutto nel volare».

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Il Gazzettino