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PORDENONE - Un tricolore lungo 85 metri, in cui sono racchiusi i lineamenti della storia del nostro Paese. Si è celebrato ieri il 226° anniversario della nascita della bandiera italiana, che ha visto sfilare i Bersaglieri e le associazioni combattentistiche d'arma lungo le vie del centro storico di Pordenone, guidate in testa dalla Fanfara dei Bersaglieri in congedo di Jesolo. Come da programma, alle 15.30 il ritrovo era sotto la loggia del Municipio, dove è stata spiegata l'enorme bandiera italiana, nata il 7 gennaio 1797, simbolo della repubblica Cispadana. Da corso Vittorio Emanuele, il corteo ha raggiunto piazzetta Cavour, via Brusafiera, passando davanti alla chiesa di San Giorgio e, ritornando per corso Garibaldi, è arrivato in piazza XX Settembre per la cerimonia ufficiale.
IL SIMBOLO
«Invitare la cittadinanza a salutare la festa del tricolore può sembrare qualcosa di passato» ha affermato il sindaco Alessandro Ciriani a margine dell'evento. «Questo tricolore è sintesi della nostra civiltà.
IL PROGETTO
Per questo compleanno sono stati coinvolti anche gli studenti delle scuole elementari e medie della città, che attraverso disegni ed elaborati scritti hanno raccontato una personale idea o pensiero sul Tricolore. Le opere più meritevoli sono state poi esposte in piazza XX settembre e premiate dalle autorità. «È stata un'esperienza commuovente, che ci fa capire come questi ragazzi siano già pronti per affrontare sentimenti così importanti» sono state le parole di Alessandro Debenedittis, presidente provinciale dei Bersaglieri. Il tricolore è unico, verde, bianco e rosso ed è per questo che lo amiamo recita una breve poesia scritta da uno degli allievi che hanno partecipato al progetto. A soffermarsi sul coinvolgimento dei più piccoli è stato anche il generale di brigata Marco Longo, «È bello vedere che questo tricolore oggi sia stato accompagnato anche dalle generazioni più giovani, perché rappresentano il nostro futuro, coloro che dovranno portare avanti il messaggio di indivisibilità e unità». A suggellare e chiudere la cerimonia il Canto degli italiani, l'inno nazionale, che ha stretto in una sola voce i tanti radunati in piazza.
Giulia Soligon
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Il Gazzettino