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ROVIGO - La città in mischia ha celebrato i suoi eroi. A otto giorni dall'esaltante finale contro il Petrarca Padova, che ha portato alla conquista del 13esimo scudetto, ieri, giovedì 10 giugno, i Bersaglieri hanno ricevuto il definitivo e stritolante abbraccio del popolo rossoblù, accorso in massa sul liston di piazza Vittorio Emanuele per partecipare alla festa organizzata dal Comune di Rovigo. Rigidi i protocolli di sicurezza dettati dall'emergenza Covid. Davanti al palco allestito sotto Palazzo Nodari un'ampia zona transennata riservata a squadra, staff, sponsor, addetti ai lavori e a qualche fortunato tifoso. In tutto 199 persone. Tutti gli altri, davvero tanti, a far da cornice sui lati della piazza. Esauriti da giorni i posti a sedere nei bar e locali del salotto buono della città. Il ritmo dei tamburi degli Psycodrummers dà il via alla serata. Subito spazio alle autorità.
IL SALUTO DEL SINDACO
«Tutta la città è orgogliosa di voi. Siete diventati un esempio per tanti ragazzi», ha esordito il sindaco Edoardo Gaffeo, che ha rivolto anche un appello per la liberazione di Marco Zennaro, ex giocatore ed attuale dirigente del Venezia Rugby detenuto in Sudan. «Nelle vesti di assessore allo sport regionale ho cercato di rimanere imparziale durante la finale al Plebiscito di Padova, ma alla fine non ho resistito e sono contento abbiano vinto i migliori, cioè i nostri Bersaglieri», ha confessato Cristiano Corazzari. Poi il saluto di Manuela Nissotti, presidente di AsmSet, e Chiara Facchinetti della cooperativa sociale Zico, entrambe al fianco del Comune nell'organizzazione della festa rossoblù.
Al grido c'è solo un presidente è salito sul palco anche Francesco Zambelli: «Questa stagione doveva essere un punto di arrivo.
OVAZIONE PER CASELLATO
Proprio al coach Casellato è andata l'ovazione più rumorosa della piazza. Il tecnico rossoblù, salito sul palco dopo la passerella di tutta la squadra, ha accompagnato al microfono i tifosi nel classico coro siamo noi, siamo noi, i campioni dell'Italia siamo noi, dando poi il là anche a chi non salta è padovano, mai così di moda come in questi tempi.
«A Rovigo si vivono sempre emozioni incredibili. Ringrazio davvero tutti. Nel 2010 alla mia prima esperienza rossoblù per 9 punti non conquistammo la finale. Questa volta è stato tutto diverso. L'unico rammarico è non aver avuto il nostro pubblico durante l'intera stagione», ha precisato Casellato. A dar voce alla squadra campione d'Italia, premiata anche dagli assessori comunali Erika Alberghini e Giuseppe Favaretto, il capitano Matteo Ferro: «Si è realizzato un sogno. Grazie alla società per averci dato tutti i mezzi per lavorare bene. Ci abbiamo creduto fin dal primo giorno e ora stiamo davvero godendo. Tutto questo calore, così come l'arrivo in pullman in Corso del popolo la sera della finale, rimarrà per sempre impresso nel nostro cuore». Un cuore rossoblù, come il titolo della canzone che i Marmaja hanno regalato alla piazza per chiudere a ritmo di musica la festa scudetto.
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Il Gazzettino