Azione punitiva dopo la festa in campagna, i genitori dei ragazzi: «Spranghe e catene, notte di terrore»

RAID Notte di paura durante la festa tra giovani di sabato scorso in una casa tra Musile e Croce (foto d’archivio)
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MUSILE - «Sono arrivati una prima volta in quattro, armati di spranghe di ferro. Poi, una seconda volta, li hanno visti avvicinarsi in una quindicina, alcuni incappucciati o con una bandana sul viso per non farsi riconoscere, anche con catene e cinghie. Abbiamo paura. Quanto successo sembra uscito da un film, non dalla vita reale». 


Sono terrorizzati i genitori che ricordano quanto i figli hanno vissuto la sera di sabato scorso al termine di una festicciola tra ragazzi. L’azione punitiva, che sarebbe nata dopo la telefonata di una ragazza al fidanzato che si trovava fuori, sta assumendo contorni ancora più gravi, tra aggressioni violente, percosse e minacce. E con tre ragazzi finiti all’ospedale


TRA MUSILE E CROCE
Sulla vicenda sta indagando la Guardia di Finanza di San Donà di Piave, intervenuta sul posto dopo che era stato lanciato l’allarme da parte degli stessi ragazzi una volta che gli aggressori se ne erano andati, non prima di averli minacciati. Le Fiamme Gialle stanno mantenendo il più stretto riserbo, per una vicenda molto delicata (anche in presenza di giovanissimi) e dai contorni che appaiono sempre più inquietanti, qualora tutto venisse confermato. Teatro della notte di terrore quella casa di campagna, tra Musile e la frazione di Croce. È qui che era stata organizzata una festicciola: un po’ come si faceva prima dell’avvento del Covid, l’intenzione era di riunire un po’ di amici, non necessariamente della stessa classe o scuola, per una sorta di festa di fine anno. 
E la voglia di libertà e di divertirsi aveva portato alla partecipazione di un centinaio di ragazzi, dall’età compresa tra i 18 ed i 19 anni. Tutto sembra proseguire per il meglio, tra divertimento e spensieratezza fino a quando, passata l’una di notte, una delle ragazze presenti alla festa avrebbe chiamato il fidanzato. 
Qui i ricordi si fanno confusi, comunque meno precisi: c’è chi dice che la ragazza avrebbe riferito di essere stata fatta oggetto di qualche attenzione non gradita, chi invece sostiene che non stesse molto bene e che, per questo, avesse telefonato al fidanzato. Anche questo aspetto dovrà essere chiarito dagli inquirenti. Di fatto, proprio quella telefonata avrebbe avuto l’effetto di un detonatore


I PRIMI QUATTRO
All’improvviso, infatti, nella casa della festa si sono presentati quattro ragazzi, con delle spranghe di ferro, che cercavano un non precisato giovane. L’atteggiamento era alquanto minaccioso e nella festa qualcuno si ribella, anche perché non si capiva bene il motivo della loro irruzione e con chi esattamente ce l’avessero. I quattro, dopo avere spaccato alcuni oggetti della casa e provocato qualche contusione, si dileguano. C’è sgomento tra i ragazzi della festa, c’è anche paura, ma mai si sarebbero aspettati quanto avrebbero dovuto subire poco dopo. 


IL RITORNO
Passata una ventina di minuti, infatti, sono arrivate quattro auto con una quindicina di persone, alcune sarebbero state a volto coperto con bandane, altre incappucciate, comunque armate di catene, cinghie e spranghe. E le conseguenze sono state peggiori: un ragazzo ha rimediato un trauma cranico e alcuni punti di sutura alla testa, un altro il setto nasale rotto e un altro un occhio pesto. Pare che i giovani siano stati anche chiusi in casa per qualche minuto, con gli aggressori che avrebbero chiesto di avere i loro cellulari, salvo poi minacciarli di non realizzare video. Quindi se ne sono andati. 


A quel punto è stato dato l’allarme e sul posto si è portata la pattuglia della Guardia di Finanza e una ambulanza. Alcuni genitori si sarebbero già rivolti a degli studi legali con l’intenzione di sporgere denuncia-querela, anche per tutelarsi, in quanto preoccupati che ci possano essere altre conseguenze per i loro figli coinvolti, loro malgrado, in questa drammatica esperienza.
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Il Gazzettino