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PIEVE DI CADORE - La Regione Veneto nel programmare le opere da finanziare in vista dell’attuazione del Pnrr, Piano nazionale di ripresa e resilienza che ammonta complessivamente a 235,12 miliardi di euro, inserisce il progetto della Ferrovia delle Dolomiti per un miliardo di euro. Ma non specifica dove vorrebbe realizzarla tanto che ieri, al termine della conferenza sulla “variante dei sindaci”, tratta che ha messo d’accordo gli amministratori cadorini, il presidente della Magnifica Comunità ha preso un impegno.
TIRARE PER LA GIACCA ZAIA
«Un collegamento ferroviario ci serve - ha detto Renzo Bortolot, presidente della Magnifica -, credo che questo territorio abbia tutto l’interesse a sostenere la proposta che abbiamo formulato. Per chi non l’avesse fatto invito a vedere cosa è cambiato in Val Venosta con la ferrovia che ha rifatto vivere non solo turisticamente la valle. Vale la pena di riprendere in mano la nostra proposta ed andare a tirare per la giacchetta la Regione. Inviterò i sindaci a chiedere un appuntamento, sono passati tre anni, credo che il territorio meriti una risposta».
TRE ANNI DI DIBATTITI
Era in 2017 quando in Cadore si discusse sulle possibilità di tracciato per la ferrovia da Calalzo verso Cortina, la Regione ascoltava e chiedeva una decisione condivisa, e la condivisione arrivò per quella che è stata battezzata “variante dei sindaci”, tracciato che partendo da Calalzo si snoda in Centro Cadore, raggiunge Auronzo e con un tunnel arriva a San Vito per poi proseguire verso Cortina.
“Venezia Dolomiti: una ferrovia per il futuro del Cadore” questo il tema dell’incontro di ieri a Pieve dove gli ingegneri Simone Santer e Gabriele Pupolin del Collegio Ingegneri Ferroviari Italiani hanno illustrato il tracciato.
CALALZO: PUNTO DI PARTENZA
«Il tema è di massima attualità e proprio per questo merita di essere affrontato con preparazione tecnica e determinazione politico amministrativa» ha precisato Bortolot.
FERMARE I RIVALI
«L’accesso naturale per Cortina passa per il Cadore» ha tuonato Gianluca Zandanel il cadorino grande esperto di ferrovia, tanto che glielo riconoscono gli stessi addetti ai lavori. E lo ha fatto ieri anche Gabriele Pupolin; Zandanel ha definito una fake news il progetto agordino, «sono solo due righe su una carta geografica, non si possono fare calcoli, non c’è nulla, vi hanno raccontato una bufala, invito i sindaci del Cadore a combattere per difendere il progetto proposto». Paola De Filippo, assessore del comune di Auronzo, ha auspicato che si riesca a smantellare il progetto agordino, «così se resta solo il nostro per la Regione sarà più facile decidere».
IL TRACCIATO IDEALE
Il percorso ideale è dunque questo: da Calalzo a Cortina passando per Auronzo. Sono 50 chilometri metà dei quali in galleria, 10 su viadotti, stazioni a Domegge, Lozzo, a servizio anche di Lorenzago. Si prosegue per Auronzo ma prima c’è la stazione per il Comelico, all’altezza dell’attuale ingresso dell’omonima galleria. A San Marco si entra in galleria per 6.5 chilometri, sotto il gruppo del Sorapis, per uscire a Chiapuzza di San Vito. Da qui, sul versante destro del Boite si raggiunge Cortina con stazione a Zuel e arrivo sotto il centro cittadino dove ci sarà la stazione centrale. Il Pnrr per le infrastrutture per una mobilità sostenibile si pone l’obiettivo di potenziare anche la rete ferroviaria regionale, è l’occasione giusta; «tutti insieme dobbiamo remare nella stessa direzione» ha concluso il presidente Bortolot.
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Il Gazzettino