Silvia Varotto: «Noi lavoratori dimenticati: lavoro alla Fenice e non ho preso un euro di indennità»

LA DENUNCIA Silvia Varotto, 45 anni lavora alla Fenice
PADOVA - «Sono una lavoratrice intermittente del mondo dello spettacolo, da marzo non ricevo né stipendio né bonus Covid e ora sono costretta a cercarmi un...

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PADOVA - «Sono una lavoratrice intermittente del mondo dello spettacolo, da marzo non ricevo né stipendio né bonus Covid e ora sono costretta a cercarmi un altro impiego per ritrovare la dignità». La testimonianza è di Silvia Varotto, 45 anni, residente a Padova, impiegata nel reparto di sartoria del teatro La Fenice di Venezia da sette anni, nel ruolo di decoratrice e assistente. Silvia tinge stoffe, realizza oggetti per gli spettacoli e aiuta gli artisti nei cambi d'abito. Dopo l'Accademia di Belle Arti, ha anche lavorato con la Biennale di Venezia. Ora, con 20 anni di precariato alle spalle, si trova in difficoltà a causa della crisi Coronavirus. «I colleghi con partita iva hanno ottenuto il bonus spiega Silvia Varotto noi invece no, è tutto bloccato nonostante le promesse del governo. Mi sono rivolta più volte all'Inps centrale a Roma e nessuno ancora mi ha dato una risposta. E' da marzo che non mi arriva un euro, provo delusione e amarezza per come stanno trattando me e tutti i lavoratori intermittenti del mondo dello spettacolo. Ci hanno messo in croce. A luglio scade il contratto con il teatro la Fenice, poi proverò a chiedere l'indennità mensile di disoccupazione ma anche lì ci vorrà tempo. Amo il mio lavoro, ho sudato per imparare tante cose ma ora sto guardando oltre».


Silvia sta studiando per il concorso scuola, l'obiettivo ora è diventare insegnante di disegno e arti pittoriche. «C'è un intoppo aggiunge la donna Non è possibile che tutte le partite iva generiche siano state liquidate con il primo decreto, ma i lavoratori dello spettacolo no. A me fa rabbia perché Conte ha promesso l'indennità anche per noi. Oggi mi esprimo anche per tutti coloro che non hanno il coraggio di parlare per paura di essere colpiti. Mi stanno portando via parte della vita, esigo di essere riconosciuta». Numerose le proteste in piazza che si sono susseguite nei giorni scorsi in tutt'Italia sul tema. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino