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SAN QUIRINO - «Mamma - le ha detto ieri mattina, giovedì 16 giugno, il figlio Mirko riferendosi alla madre di Elisabetta Molaro, ennesima vittima di femminicidio - dobbiamo andarla a trovare». C’è una casa, a San Quirino, dove la tragedia di Codroipo ha l’effetto di uno tsunami. È quella dei genitori di Aurelia Laurenti, la mamma di 32 anni uccisa la sera del 25 novembre 2020 con 19 coltellate dal compagno Giuseppe Mario Forciniti.
È un femminicidio che ha tantissime analogie con la tragedia di via delle Acacie a Codroipo. Anche Elisabetta Molaro era mamma. I figli di Aurelia all’epoca avevano otto e tre anni, le figlie di Elisabetta e Paolo Castellani ne hanno otto e cinque. Entrambe sono morte perché volevano separarsi. A San Quirino i nonni materni Annunziata Magliarella (Tina) e Giacomo Laurenti hanno dovuto inghiottire le lacrime per crescere i due nipotini. A Codroipo nonna Nilla avrà bisogno di tanto sostegno per affrontare la perdita dell’unica figlia e stare accanto alle nipotine.
«Io - racconta la mamma di Aurelia - vado avanti perché ho fede in Dio.
Il pensiero di Tina va a nonna Nilla, spera a che abbia accanto una solida rete di parenti e amici. «Vorrei abbracciarla, vederla di persona, condividere un dolore che è indicibile - mormora - Io piango tutti i giorni per Aurelia, ma non sono ancora riuscita ad andare in cimitero. Ci vanno mio marito con il nipote più grande a portare i fiori, il piccolino sa che la mamma è in Cielo, dobbiamo ancora trovare le parole per spiegargli come mai è in cimitero».
Tina parla del grande aiuto ricevuto da psicologi e personale esperto: «È stato fondamentale, spero che anche a Codroipo la famiglia possa avere tanto sostegno. I nostri bambini sono sereni, il piccolo mi dice ogni due secondi che mi vuole bene. Il maggiore è come se avesse vent’anni. È stato lui a spiegare al fratellino che cos’era successo, ha promesso alla mamma che si sarebbe preso cura di lui e lo sta facendo». Sgrida la nonna quando la vede piangere: «Tu l’hai avuta 32 anni - le dice - io soltanto otto». Guarda spesso i video in cui c’è la mamma e li interrompe se si accorge che la nonna sta soffrendo. «È un bambino sensibile e maturo per la sua età - spiega nonna Tina - I due fratellini conducono una vita normale, vanno a scuola, adesso frequenteranno i punti verdi estivi».
Il padre? Non ne parlano. «Io parlo ogni giorno di Aurelia, ogni giorno - spiega la nonna - È come se mia figlia fosse in casa con noi, lei ci manda continuamente dei segnali. Al piccolo ho spiegato che la mamma non lo ha abbandonato, che non è andata in Cielo per sua volontà. E poi - sorride - abbiamo “sfrattato” il nonno dal lettone e loro dormono con me, li coccolo, loro mi danno tanto amore». Non è stato e non è facile, ma le persone che contano sono diventate una presenza quotidiana nella famiglia Laurenti e danno tanta forza per continuare ad andare avanti.
Tina Magliarella chiede di Elisabetta, si dispera. «Dobbiamo combattere troppi femminicidi - riflette - Io ho provato tanta rabbia e dispiacere, ma anche pena per Giuseppe (Giuseppe Mario Forciniti, condannato a 24 anni l’uccisione di Aurelia) quando l’ho visto al processo. L’ho cresciuto, erano ragazzini quando si sono conosciuti...».
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Il Gazzettino