Rubò il vestitino per fare il regalo di compleanno alla figlia: «Ero disperato»

Negozio Oviesse
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FELTRE - Rubò il vestitino per fare un regalo alla figlioletta che festeggiava il compleanno e per fuggire alla commessa, che lo aveva sorpreso, la spintonò. Ora però si è pentito: ha preso carta e penna e ha chiesto scusa alla donna con un'accorata lettera in cui spiega i motivi che lo avevano portato fino a lì. È una storia a lieto fine, nella vita. L'uomo S.D., 28enne feltrino un tempo uno dei balordi della stazione, si è rimesso sulla retta via, dopo un periodo rieducativo in carcere. Ma non è stata a lieto fine nelle aule di giustizia. Per quella tentata rapina del vestitino all'Oviesse di Largo Castaldi a Feltre avvenuta il 14 giugno 2016, l'imputato ieri ha pagato con 8 mesi di reclusione e 200 euro di multa, pur con la concessione delle attenuanti generiche.


 
LA LETTERA
«All'epoca dei fatti - scrive il papà S.D. alla commessa che aveva spintonato - mi trovavo in strada, senza un tetto, senza dignità o rispetto per me stesso. Ero al limite della disperazione, perché al posto di affrontare i miei problemi come uomo non ho fatto altro che piangermi addosso e azzerare e spegnere il mio cervello». «Non ricordo con esattezza - prosegue - quel giorno in cui feci quella stupida cosa, quando rubai il vestitino da bambina e una maglietta per me. È stato, anzi, sono stati anni duri (me le sono volute) ma un piccolo gesto come regalare un vestitino per il compleanno di mia figlia mi faceva sentire un po' meno m....Ma fortunatamente poco dopo l'episodio in questione sono stato arrestato».
IL CARCERE

«In cella - prosegue S.D. - giorno dopo giorno ho iniziato a ragionare seriamente e lucidamente, tanto da iniziare a lavorare, tenermi quel lavoro e mandare i soldi da me guadagnati onestamente alla mia bambina e alla sua mamma. Tutto ciò ho iniziato a fare per me prima che per gli altri. Ora sono felice, ma ogni giorno è sempre un combattere per tutte le tentazioni. Non sono un santo e non lo sarò mai, siamo umani facciamo cose di cui magari poi ci pentiamo, ma l'importante è risolvere i problemi con la ragione. Mi sento di inviarti le mie più sentite scuse, ho sbagliato». Quando la commessa dell'Oviesse ha ricevuto quella lettera ha subito revocato la costituzione di parte civile nel processo abbreviato, per la tentata rapina, tramite l'avvocato Paolo Serrangeli di Feltre). Il pm Marco Faion ha chiesto la condanna a 10 mesi. Alla fine la sentenza del gup: 8 mesi, ma con le attenuanti. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino