Malore dopo la maxi-bolletta: «Quella paura mi è rimasta: non apro più le lettere»

Grazie Cari, racconta lo choc subìto dopo la maxi-bolletta
FELTRE - «Quando l’addetta della posta, molto gentilmente, mi ha chiesto se avevo letto bene la bolletta e me l’ha ripassata ho dovuto appoggiarmi al banco. Mi...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO

- oppure -

Sottoscrivi l'abbonamento pagando con Google

OFFERTA SPECIALE

Leggi l'articolo e tutto il sito ilgazzettino.it

1 Anno a 9,99€ 69,99€

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Rinnovo automatico. Disattiva quando vuoi.

L'abbonamento include:

  • Accesso illimitato agli articoli su sito e app
  • La newsletter del Buongiorno delle 7:30
  • Tutte le newsletter tematiche
  • Approfondimenti e aggiornamenti live
  • Dirette esclusive

FELTRE - «Quando l’addetta della posta, molto gentilmente, mi ha chiesto se avevo letto bene la bolletta e me l’ha ripassata ho dovuto appoggiarmi al banco. Mi sentivo male». È questo il racconto di Grazia Cari, la feltrina di Mugnai a cui l’Eni gas e Luce spa ha inviato una bolletta del gas da capogiro di 33mila euro. Grazie alla caparbietà del figlio, che ha tenuto duro, e al team di avvocati formato da Roberta Resenterra e Liuba D’Agostini che la stanno seguendo, una prima battaglia contro il colosso di luce e gas è stata vinta. La sua storia sarà raccontata domenica 22 maggio sulla trasmissione Mi mandai Rai Tre.

LA RICOSTRUZIONE

Era il 2017 quando nella casa di Mugnai, dove vive una donna 75enne con il figlio, arriva la bolletta del gas dall’importo di 33mila euro, cifra che corrispondeva al gas utilizzato per riscaldarsi dal 2008. Era un subentro in un precedente contratto e per questo il feltrino aveva chiesto ripetutamente la lettura del contatore, che era stato sostituito. Il problema è che la compagnia non ha mai dato seguito alle richieste. Le fatture non sarebbero mai arrivate in 10 anni, forse proprio perché non c’era un dato preciso visto che da una parte si chiedeva la lettura del contatore e dall’altra si chiedeva la voltura. Una situazione ingarbugliata che culminò nel 2017 quando la donna si reca in posta per pagare. «Solitamente arrivano delle bollette che oscillano tra i 31 e i 35 euro per cui ho aperto la lettera e quando ho visto 33 ho pensato che fosse in linea – racconta la donna -. Sono salita in macchina e mi sono recata all’ufficio postale per pagarla. Ho messo sopra il banco la bolletta e 50 euro». La sportellista ha guardato prima il foglio, poi i soldi che la donna aveva messo sul banco, e non ha avuto esitazione nel restituire il tutto. «Mi ha detto di leggere bene la bolletta e quando mi sono accorta che non c’era scritto 33 euro ma bensì 33mila euro ho dovuto appoggiarmi al banco, perché mi sentivo male – racconta ancora la donna -. Sono poi andata in macchina, mi sono seduta ed ho cercato di tranquillizzarmi prima di mettermi alla guida e tornare a casa». Una volta a casa e raccontato tutto al figlio, la donna ha dovuto distendersi, perché l’agitazione era davvero tanta. «Non so esattamente cosa provassi in quel momento – racconta -. Sentivo caldo ma anche freddo. Una sensazione di paura che mi è rimasta tant’è che ancor oggi non apro più una lettera e non rispondo al telefono di casa perché ho paura che mi succeda un altro fatto del genere».

LA CAUSA

A novembre 2020 in piena pandemia, ad istanza di Eni gas e luce Spa, veniva notificato al feltrino il decreto ingiuntivo emesso dal Tribunale di Belluno per la somma di euro 31.164,22 oltre interessi legali dalle singole fatture al saldo, e spese di procedura liquidate in euro 900,00 per onorari, euro 286,00 per spese. La società di fornitura del gas si costituisce nel procedimento che entra nel vivo nell’aprile del 2020. Poi la sentenza del giudice del tribunale di Belluno che, sulla base di giurisprudenza consolidata ha sottolineato come, in caso di contestazione delle bollette, spetti al fornitore provare «il quantum del bene o del servizio somministrato». E, nel caso in questione, Eni Gas e luce, dice il giudice, «non ha provato l’effettività dei consumi e la conformità dei corrispettivi applicati a quelli concordati, né il corretto funzionamento del contatore». E poi le cifre ballerine, che mutavano ad ogni richiesta. Per tutte queste ragioni ha accolto le richieste del consumatore e revocato il decreto ingiuntivo. 

Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino