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ROVIGO - Rovigo si ama. Di nuovo. Un filo che si riallaccia, 13 anni dopo. E con un secondo candidato sindaco che a urne aperte in Abruzzo, annuncia la discesa in campo nell'arena politica cittadina per la corsa a Palazzo Nodari, aggiungendosi e sfidando l'ex sindaco Edoardo Gaffeo che in questo primo scorcio di campagna elettorale aveva ballato da solo, con il centrodestra ancora in cerca del nome da proporre e il Pd che sfoglia la margherita. Ad annunciare la propria candidatura con un lungo comunicato, infatti, è Federico Frigato, che già aveva corso come candidato sindaco del centrosinistra, col Pd e anche con la sua civica Rovigo si ama, alle amministrative del 2011 che videro poi la vittoria del candidato del centrodestra Bruno Piva.
«Non sono certo nuovo - spiega lo stesso Frigato - ma a 50 anni, da dieci completamente fuori dalla politica attiva, posso dire di avere la consapevolezza, la preparazione e la conoscenza del compito che mi aspetta, grazie anche all’esperienza maturata in passato sul campo, sia in qualità di assessore alla Cultura e avendo guidato il consiglio provinciale, dopo esservi stato eletto nel 2009. Rovigo merita molto più di quello che è e che rappresenta in questo momento.
PREPARATO IL TERRENO
Nei mesi scorsi Frigato era intervenuto nel dibattito cittadino non lesinando critiche al sindaco Gaffeo. In particolare, a gennaio aveva parlato di «una città in agonia, abbandonata, isolata, impoverita, in perenne stato di lockdown fra serrande abbassate, locali sfitti, incuria e continua desertificazione. Basta fare una passeggiata in centro o nelle frazioni per valutarne, tristemente, l’inesorabile decadimento architettonico, urbanistico, economico e sociale. Il caso del polo natatorio è l’ennesima ferita a una comunità agonizzante: questa amministrazione si è caratterizzata solo per le chiusure o la messa in discussione dell’esistente».
Nella nota diffusa ieri spiega che il progetto cui sta lavorando con il proprio gruppo «vuole smarcarsi dallo spettacolo indecoroso e inadeguato visto negli ultimi anni all’interno dell’amministrazione comunale sul fronte della sinistra. E che si sta ripetendo nello stesso identico modo nel centrodestra con una coalizione completamente disinteressata alla città e avviluppata in se stessa. Con partiti impegnati a fagocitare candidati e distribuire ruoli e posti nella più avvilente e bassa delle logiche di spartizione. Stiamo costruendo un patto tra tutte le persone, i commercianti, i giovani, che vedrà come primo e fondamentale modo di agire la condivisione costante, la compartecipazione alle scelte, il confronto con i cittadini e le tante espressioni della nostra comunità. Collaborando e affiancando chi investe in un’attività. Sorreggendo i più fragili. Investendo nei nostri ragazzi. Non serve una fascia per essere riconosciuti e autorevoli. Serve toccare con mano il cuore pulsante della città. E sentirne la voce, che ormai, è sempre più un grido di allarme».
Dal punto di vista politico, quella di Frigato sembra essere una “mossa del cavallo”, per citare Matteo Renzi, al quale è sempre stato vicino. E questo strappo sorprende un po' perché sembra essere consumato anche ai danni di Italia Viva, che sta lavorando a una propria proposta. Ma alcuni passaggi del comunicato di Frigato possono essere letti in una chiave di apertura ben più che di chiusura: «Se in queste settimane e mesi mi accorgerò che altri possono rappresentare meglio di me la voglia di rilancio e di riscatto di Rovigo con idee e progetti di elevato spessore, per il bene che voglio alla mia città, saprò anche mettermi a disposizione». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino