Compra una farmacia a 1000 km da casa: «Aria delle Dolomiti, via dall'Ilva»

Donatello Galatone con la moglie Florinda, incinta di una bambina
GOSALDO - Sessant'anni fa un giovane milanese, oggi una famiglia tarantina. La storia, o meglio le storie dell'Agordino terra di e per migranti non finiscono mai....

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GOSALDO - Sessant'anni fa un giovane milanese, oggi una famiglia tarantina. La storia, o meglio le storie dell'Agordino terra di e per migranti non finiscono mai. Sessant'anni fa venne accolto qui un giovane Leonardo Delvecchio che nel 1958 decise sarebbe stato il luogo ideale per iniziare a fare occhiali; oggi a fermarsi in valle sono ferraresi per aprire una pasticceria a Cencenighe, veneziani per aprire le porte di un albergo diffuso a Laste, milanesi per sfornare pizze a San Tomaso o tarantini per rilevare la farmacia di Gosaldo. Quest'ultima è la storia di Donatello, Florinda, Andrea e - tra pochi mesi - Chiara.


UN LUNGO VIAGGIO La famiglia Galatone, con l'accento sulla seconda a, la trovate alla Farmacia Madonna delle Nevi, proprio a Gosaldo, dallo scorso aprile. Quando, salutata Taranto, ha percorso mille chilometri per arrampicarsi sulle Dolomiti e cambiare vita. «Dopo nove anni da dipendente mio marito voleva una sua farmacia - racconta Florinda, mamma di Andrea e in attesa di Chiara - così abbiamo iniziato a cercare qualcosa che fosse nelle nostre possibilità e soprattutto in una dimensione completamente diversa a quella di Taranto, una città con 200 mila abitanti».
Con Gosaldo avete fatto decisamente centro...
«Eravamo in trattativa per una farmacia a Pordenone, poi all'ultimo ho letto l'annuncio della Farmacia Madonna delle Nevi a Gosaldo, abbiamo intavolato la trattativa con la dottoressa Airoldi ed eccoci qui. Ad aprile è salito mio marito, io ho aspettato la fine della scuola di Andrea (sei anni, ndr) e a giugno lo abbiamo raggiunto. Cercavamo una dimensione più umana in cui crescere i nostri figli, nella natura e nella tranquillità. Direi proprio che l'abbiamo trovata».
Venite dalla città dell'Ilva: impossibile non chiedervi se anche questo abbia influito nella scelta di cambiare vita.
«Ed è altrettanto impossibile rispondere di no. Io sono barese, ma a Taranto ho lasciato il cuore: è una città fantastica con persone meravigliose. Ma è inevitabile pensare anche a tutto il resto».
Tutto il resto è l'Ilva?
«Non è facile da genitori lasciar crescere i propri figli in una situazione del genere. Quando parli con mamme che hanno perso i figli per leucemie fulminanti come fai a far finta di niente? Lavorando in farmacia poi tutti i giorni sei a contatto con problemi legati all'Ilva. Noi stavamo vicino al mare, non nel rione Tamburi, dove tocchi la questione con mano, dove ti ritrovi la polvere rossa sul balcone, ma che differenza fa? È là, lo sai e qualsiasi situazione te lo ricorda. Sembra una sciocchezza, ma qualche anno fa mi capitò di toccare la gola di Andrea e sentire che aveva i linfonodi ingrossati. Mi si bloccò il respiro, letteralmente. Non era niente, ma in quel contesto poteva essere tutto. Ed è un peccato enorme perché Taranto è una delle città italiane più belle che abbia visto. Il pensiero che stia morendo così mi fa molto male. Aveva tutto è si è accontentata di vivere di un qualcosa che ora la sta uccidendo».
A Gosaldo l'aria è cambiata.
«Stiamo benissimo, ma tutti continuano a dirci arriverà l'inverno.... E noi lo aspettiamo! Sicuramente arrivare con la bella stagione ha aiutato, qui il freddo è freddo davvero. Dal primo giorno in cui siamo arrivati in compenso abbiamo ricevuto un'accoglienza meravigliosa, non ci siamo mai sentiti estranei, anzi. Non sa quante offerte di aiuto ho ricevuto anche solo per il trasloco, a maggior ragione vedendo che sono incinta».
Andrea che dice?

«Andrea è felice. Ha scoperto un'autonomia che a Taranto gli era impossibile, non potevo permettergliela. Qui va a giocare con gli amici al campetto da solo, va in piazza... Mi hanno raccontato che al campo estivo continuava a chiedere a tutti ma quando nevica?. Ha visto la neve quando siamo venuti in avanscoperta lo scorso inverno e ora non vede l'ora che arrivi. Giù a Taranto aveva tante paure, dagli insetti al farsi male. Io, cresciuta nella Murgia, volevo altro per lui. Il primo giorno che è tornato a casa dal campo estivo con le ginocchia sbucciate mi sono commossa».
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Il Gazzettino