Era tornato da pochi giorni a Fano, dove aveva il suo quartier generale: neanche il tempo di provare a rimettere in piedi una nuova società che l’imprenditore Stefano...
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Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Pesaro ed eseguite dal Nucleo di Polizia Tributaria di Pesaro, sono iniziate nel 2015 esaminando le vicende di due aziende di pubblicità che si occupavano anche della vendita a primarie società di servizi (per la fornitura di energia elettrica, gas, telefonia) di liste di nominativi da contattare tramite call center. Le due aziende sono state dichiarate fallite nel luglio 2013 dal Tribunale di Milano e nel luglio 2015 dal Tribunale di Pesaro. Dall’esame delle procedure fallimentari è emerso che Cordella, pur non apparendo nelle compagini societarie delle aziende fallite, di fatto ne era l’amministratore, gestendo la contabilità e i rapporti con le banche. In tale veste aveva nascosto alla curatela la contabilità delle società rendendo così difficile la ricostruzione del patrimonio societario ed occultando, con continui prelievi di denaro dai conti correnti, somme per oltre 6,3 milioni di euro in un arco di tempo di circa 3 anni.
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Il Gazzettino