Fanghi di cromo e zinco nei pozzi: scoperte tonnellate rifiuti pericolosi

Fanghi di cromo e zinco nei pozzi: scoperte tonnellate rifiuti pericolosi
POVOLETTO (Udine) - Smaltivano i fanghi derivati dalla lavorazioni di zincatura e cromatura di materiali ferrosi dentro a pozzi a fondo perso, pozzi abusivi scavati della sede...

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POVOLETTO (Udine) - Smaltivano i fanghi derivati dalla lavorazioni di zincatura e cromatura di materiali ferrosi dentro a pozzi a fondo perso, pozzi abusivi scavati della sede della loro azienda di Povoletto. Lo stabilimento, inoltre, non aveva l’autorizzazione integrata ambientale, l’Aia, e sull’area era stata realizzata una vera e propria discarica abusiva: qui, infatti, erano state stoccate centinaia di tonnellate di rifiuti pericolosi da oltre tre anni.

 
A scoprirli, nell’ambito di una mirata serie di controlli, sono stati i carabinieri del Nucleo operativo ecologico di Udine, coordinati dal comando del Gruppo dei carabinieri Tutela ambiente di Milano. I militari dell’Arma hanno accertato che i titolari di questa azienda, due persone, hanno smaltito fanghi derivanti da zincatura e cromatura dei materiali ferrosi all’interno di pozzi a fondo perso abusivamente realizzati nel plesso produttivo. L’intero stabilimento era totalmente sprovvisto di autorizzazione integrata ambientale.

Da qui la denuncia dei due titolari alla Procura della Repubblica di Udine; è posto sotto sequestro l’intero complesso industriale che si estende per circa 4.500 metri quadrati, comprese le quattro linee produttive, l’impianto di trattamento reflui industriali e i rifiuti. Il valore del sequestro si aggira intorno ai 3 milioni di euro. Sono in corso degli approfondimenti tecnici da parte del personale Arpa Fvg del Dipartimento di Udine. I reati contestati sono gestione illecita di rifiuti, realizzazione di discarica abusiva, scarico abusivo di acque reflue industriali, gestione di un impianto in assenza dell’autorizzazione alle emissioni in atmosfera e gestione di attività di cromatura o zincatura in assenza dell’autorizzazione Aia. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino