Vende medicine senza ricetta, farmacista condannata a pagare 11mila euro

Farmaci
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ALPAGO - Avrebbe venduto numerosi farmaci, tra cui diversi ansiolitici, senza la prescrizione del medico. Una farmacista di 39 anni, residente in Alpago (difesa dall’avv. Giorgio Gasperin), è finita nei guai per “somministrazione di medicinali in modo pericoloso per la salute pubblica” e si è vista recapitare un decreto penale di condanna pari a 11.250 euro a cui, poi, si è opposta. Affronterà quindi il processo con prima udienza fissata per martedì prossimo davanti al giudice Cittolin.

La Procura le contesta di aver venduto, indebitamente e in modo pericoloso, alcuni farmaci a una cliente nel periodo che va da inizio giugno 2020 fino al 13 luglio dello stesso anno (il giorno successivo, infatti, la donna che aveva bisogno di quei medicinali è morta). Pare inoltre che la farmacista, oltre a consegnarli in modo diretto, li dava anche a terze persone (amici della cliente) che provvedevano a ritirarli e a portarglieli a casa. Farmaci che però venivano venduti senza la prescrizione medica necessaria. Nello specifico si parla di 11 confezioni di "Co-efferalgan", contenenti ciascuna 16 compresse effervescenti da 500 milligrammi, con 30 milligrammi di paracetamolo e codeina fosfato (farmaco utilizzato nella terapia del dolore), Xanax (farmaco ansiolitico appartenente alla categoria delle benzodiazepine e soggetto a prescrizione medica ripetibile), Tavor (un altro ansiolitico), Lendormin (indicato nel trattamento a breve termine dell'insonnia, sempre soggetto a prescrizione medica ripetibile).

La donna era conosciuta da anni dalla farmacista per il suo quadro clinico estremamente delicato: depressione, ipertensione, insonnia e un passato difficile caratterizzato da abuso di alcol e farmaci. È il motivo per cui le servivano quei medicinali ma, nel suo caso, qualsiasi terapia doveva prima passare al vaglio di un medico. Per il farmaco "Co-efferalgan", ad esempio, è prevista la prescrizione del medico da rinnovare volta per volta e fa parte quindi delle specialità medicinali la cui somministrazione deve essere effettuata sotto il rigoroso controllo di un professionista. Ma la quantità somministrata dalla farmacista era di gran lunga superiore al piano terapeutico consigliato (assunzione massima giornaliera di 200 milligrammi per una terapia massima di tre giorni). Il pubblico ministero, partendo da una pena base di 10 mesi di reclusione e 400 euro di multa, l’aveva ridotta alla metà. Quindi 5 mesi e 200 euro, poi convertita in una pena pecuniaria di 11.250 euro. L’avvocato Gasperin, però, si è opposto e quindi la questione sarà discussa a processo. 

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Il Gazzettino