PADOVA - È stato scaricato un'altra volta. La terza in poche ore, dopo che lo avevano sconfessato lo storico veneziano Gadi Luzzatto, direttore del centro italiano di...
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LA REPLICA Falso sopravvissuto. «Impreciso, ma ad Auschwitz c'è stato. I documenti? No, per ora no»
LE REAZIONI
«La notizia è di quelle che lasciano l'amaro in bocca e ci si sente traditi da chi avrebbe dovuto utilizzare la nostra buona fede per uno scopo umanitario preciso. Apprendiamo dal Gazzettino - ha scritto lo stesso Marcora su l'Informazioneonline - che il signor Samuel Artale è un falsificatore. Le indagini svolte dalla redazione lo definiscono un semplice millantatore. Il nostro scoramento è dovuto al fatto che la GMC Editore (cioè noi) ha stampato il libro dal titolo Alla Vita di Samuel Artale von Belskoy-Levi, distribuito in edizione nazionale dalla Tracce per la Meta, dopo che abbiamo invitato l'autore alla Cerimonia di Premiazione dell'edizione numero 9 del nostro Premio Letterario. In un momento delicato che riguarda la Shoah, sentirsi buggerati come la Senatrice Liliana Segre, figura splendida e testimone del Giorno della Memoria, che ha concesso ad Artale un messaggio di saluto per una manifestazione, associando così la testimonianza vera a quella fasulla, è davvero deprecabile. Con la Storia non si scherza. Il Giorno della Memoria merita assoluto rispetto».
"Ero un bimbo nel lager di Auschwitz", smascherato falso sopravvissuto
PADOVA - Negli ultimi quindici anni ha emozionato migliaia di studenti, strappando applausi commossi e collezionando inviti su inviti.
Scuole, Comuni, associazioni: dal Veneto alla Lombardia fino alla Toscana, tutti hanno ascoltato con la pelle d'oca le testimonianze di Samuel Gaetano Artale von Belskoj-Levi, "uno degli ultimi sopravvissuti dal campo di sterminio di Auschwitz".
Il diretto interessato, invece, dopo l'ultima presa di posizione contro di lui, centellina le battute: «Non sono disposto a rispondere a nessuna domanda. Non parlerò più». Chi non tace, però, è Paola Surano, avvocato e tesoriere di Tracce per la Meta. «Avevamo creduto in questo progetto - racconta - e quindi ora non ci resta che andare a fondo della questione. Certo è che non vorremmo proprio essere coinvolti in una mistificazione e per questo abbiamo disposto degli accertamenti. É stata una sorpresa leggere che Artale sarebbe nato in Calabria, anche perché ha un accento tedesco. E sul fatto che abbia indicato un anno sbagliato per la deportazione, avevamo sorvolato, in quanto all'epoca aveva solo 8 anni e quindi abbiamo creduto che potesse essersi confuso. Ora vedremo l'evoluzione, ma quello che ha scritto nel libro, se non è vero, è verosimile e documentato. Quanto alle copie del volume, una minima parte è rimasta alla casa editrice per la distribuzione, perché le altre le ha vendute direttamente lui».
Di incredulità sono pure le parole di Annamaria Folchini Stabile, presidente di Tracce per la Meta: «Ci siamo fidati di Artale, personaggio noto in Veneto, dove ha tenuto tante conferenze. Non ci sentiamo responsabilità, ma siamo sbigottiti. E pensare che quando c'è stata la presentazione del libro, abbiamo pianto tutti sentendo la sua testimonianza struggente». Infine Luzzatto ha commentato: «Che anche la casa editrice abbia scaricato Artale mi interessa relativamente. Quello che conta è che non circolino narrazioni storiche non supportate dalla documentazione». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino