Crisi senza fine, fallimento anche per la Ghiaia di Colfosco: 80 a casa

Crisi senza fine, fallimento anche per la Ghiaia di Colfosco: 80 a casa
SUSEGANA (TREVISO) - La Corte d'Appello di Venezia ha respinto il ricorso della "Ghiaia di Colfosco" che chiedeva il concordato, dopo la sentenza di fallimento dello scorso...

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SUSEGANA (TREVISO) - La Corte d'Appello di Venezia ha respinto il ricorso della "Ghiaia di Colfosco" che chiedeva il concordato, dopo la sentenza di fallimento dello scorso giugno emessa dal tribunale di Treviso.




A tre mesi dall'udienza - nonostante l'azienda fosse forte di un utile mensile di 100mila euro negli ultimi 8 mesi di attività - è arrivata lo scorso fine settimana la sentenza: confermato il fallimento. E di conseguenza, la messa in mobilità per un'ottantina di dipendenti.



Grande delusione in azienda e nel sindacato che in qualche modo aveva appoggiato, da esterno, il ricorso. «Non finisce qui - tuona Daniele Montesel, già amministratore delegato dell'azienda - perché ora andremo in Cassazione. Percorreremo tutti i gradi di giustizia. A nostro modo di vedere il fallimento non doveva esserci perché basato su un'accusa di frode che lo stesso procuratore generale in appello ha riconosciuto non valida, chiedendo, lui che rappresentava l'accusa, l'integrale accoglimento del ricorso e la revoca del fallimento. I giudici non ne hanno tenuto conto».



Ma le speranze sono al lumicino, anche se esistono.

Per la famiglia Montesel il decreto di fallimento ha provocato danni enormi ai dipendenti rimasti senza lavoro. E ai creditori e allo Stato che non avrà più introiti erariali e dovrà pagare la cassa integrazione.



Montesel non riesce a darsi pace. «Hanno dichiarato fallita un'azienda che negli ultimi otto mesi di vita da ottobre 2013 a giugno 2014 stava producendo utili, almeno 100mila euro al mese, buoni per pagare i creditori. L'indebitamento, la situazione economica e la responsabilità del concordato ce l'addossiamo tutta - conferma - perché sono stati fatti degli errori. Ma il fallimento no. Si poteva ovviare avevamo un'azienda storica, competitiva che poteva continuare a produrre benefici, anche per l'occupazione. Lo dimostrano gli ultimi mesi di bilancio che poteva dare modo di avviare un piano industriale di ristrutturazione».



Lapidari e delusi i rappresentanti sindacali alla notizia che la richiesta di concordato per la Ghiaia di Colfosco è stata respinta. «E intanto va avanti anche il fallimento: cassa integrazione fino al 3 giugno 2015 per tutti i dipendenti e poi procedure di mobilità - afferma Massimiliano Piovesan della Fillea Cgil -. Non è stata una bella notizia». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino