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PORDENONE - Non è solo una boutade, perché gli incontri ci sono stati. E tra personalità di alto profilo, tra cui il sindaco di Pordenone Alessandro Ciriani. Si tratterebbe di mettere assieme capra e cavoli, per salvare entrambi come da proverbio. Da anni quello che lega Pordenone a Fontanafredda è un filo diretto. Principalmente per un motivo: uno stadio milionario rifatto dalla Regione proprio per i ramarri, che però oggi non ci sono più. Adesso, con il Pordenone Calcio in liquidazione, quel filo diventa ancora più annodato. Sì, perché in pentola bolle un progetto - per ora agli albori - per non ripartire dalla Terza Categoria, bensì per “approfittare” della società Fontanafredda Calcio e usarla come trampolino. Per riprovarci almeno dalla Promozione. E sullo sfondo anche un possibile patto con il mondo del basket, nell’ambito di una polisportiva dal sapore vintage.
IL PIANO
Premessa obbligatoria: ci saranno sicuramente delle resistenze da vincere. È facilmente immaginabile, infatti, che i vertici del Fontanafredda puntino legittimamente a non veder sparire il loro marchio e i loro colori rossoneri dal panorama calcistico provinciale.
LA STRADA
Ciriani ha parlato di «diversi soggetti interessati» al futuro del calcio cittadino. Al momento però l’idea più avanzata è proprio quella che prevederebbe il coinvolgimento del Fontanafredda, che attualmente gioca in Promozione. Un passato che ritorna, dal momento che il Pordenone Calcio dell’ultimo fallimento societario avrebbe poi approfittato del Don Bosco per ripartire e rinascere. Ma senza scalare tutte le classifiche dal livello più basso. «Di fronte alla possibilità di rimettere in piedi prima di tutto un’anima, qual è quella del Pordenone, io sono in prima linea», ha detto il politico locale Loris Zancai, che del Pordenone Calcio è stato membro e a suo tempo anche tesserato.
L’IMPIANTO
Serviranno pazienza e dialogo, ad iniziare dal nome del nuovo soggetto. Non un dettaglio da poco, anche a patto che sulla sponda rossonera del Fontanafredda si riesca a trovare un accordo. Pordenonese? Nuovo Pordenone? Qualcosa che unisca le due realtà? Tutte ipotesi in campo. Ma l’idea è ben avviata.
Si torna allora al progetto di salvare capra e cavoli. Già, perché oggi lo stadio “Omero Tognon” di Fontanafredda è di fatto non utilizzato. Non c’è più la Triestina e la squadra di casa non può giocarci. I costi di gestione sono alti, perché l’impianto era stato ristrutturato per il professionismo, non per una società dilettantistica, con i suoi pregi e i suoi limiti. Il nuovo soggetto provinciale “erede” del Pordenone Calcio potrebbe venire in soccorso anche sotto questo aspetto. Avrebbe il nome e probabilmente anche la forza per sobbarcarsi anche la gestione di un impianto dispendioso come il Tognon. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino