«Dal Senegal a Belluno, i lavoretti, la fatica e quel momento durissimo: ma ora dico grazie a tutti»

Fall Moustapha
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BELLUNO - Mi chiamo Fall Moustapha, ma sono più conosciuto come Musty. Sono arrivato in Italia, dal Senegal, quando avevo circa 22 anni. Quello che mi ha spinto a fare il viaggio sono stati la curiosità e il desiderio di visitare una nuova terra, conoscere nuove persone, comprendere e apprendere nuove abitudini e inserirmi nella società di questo Paese. Fin da subito mi sono mosso tra lavori diversi ed ho affrontato con fatica, ma sempre con fiducia le difficoltà legate all'integrazione. La mia natura, la mia gioia di vivere si è manifestata e si manifesta nella musica che è la mia passione e professione principale. Ho fondato l'Associazione Danza e musica senza confini che ha accolto appassionati bellunesi, miei conterranei e mi sono formato una larga cerchia di amici e stimatori del mio lavoro e della mia persona. Tutto è andato abbastanza bene fino a un certo punto, poi è bastato l'insinuarsi di un sospetto senza fondamento per far crollare le mie aspettative e rovinare la mia vita.

 

È iniziato un periodo molto difficile che è durato tanto, troppo tempo: ben sette anni! I molti amici che mi hanno sostenuto e continuato a darmi fiducia e stima, si sono specchiati nel mio sorriso, ma forse non sanno quanto sia stato faticoso continuare a sorridere, perché nel fondo del mio animo c'era la sofferenza, la delusione, spesso la disperazione. Oggi finalmente tutto questo è finito, e grazie a Dio posso guardare al futuro con gli occhi di una persona che sa di aver raggiunto ciò che si merita con serenità e ottimismo. Oggi posso ricominciare la mia vita consapevole che il mio valore è stato riconosciuto e apprezzato. E mi tornano alla mente le raccomandazioni di mia nonna: bisogna perdonare sempre, anche se abbiamo ricevuto tanto male. Chiedo ospitalità al suo giornale per condividere con gli amici la mia gioia, ma anche per dire a tutti quelli che ci giudicano dal colore della pelle, o dalla religione che professiamo, che solo conoscendoci, rispettandoci reciprocamente come esseri umani, si comprende che siamo tutti uguali, che queste differenze non ci possono dividere perché siamo tutti cittadini del mondo.


Musty

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Il Gazzettino