Faida tra i rom: spari nel campo nomadi, trovati bossoli e pistole

Faida tra i rom: spari nel campo nomadi, trovati bossoli e pistole
UDINE (Udine) - Una vera e propria faida tra famiglie di etnia rom, tra il campo nomadi di via Monte Sei Busi, a Udine, e in un paese a nord della città, l’agricolo e...

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UDINE (Udine) - Una vera e propria faida tra famiglie di etnia rom, tra il campo nomadi di via Monte Sei Busi, a Udine, e in un paese a nord della città, l’agricolo e tranquillo comune di Povoletto. Sul caso stanno indagando i carabinieri della Nucleo Operativo della Compagnia di Udine, comandata dal maggiore Alberto Granà. I militari tengono sott’occhio i campi rom costantemente ma la loro attività di sorveglianza si è intensificata di molto, con l’impiego di parecchi uomini, agli inizi di questo mese di luglio. Tutto è partito con la denuncia, presso i Comando di Udine dei cc, di un uomo che ha detto di essere stato minacciato con una pistola da alcuni rom, per cui è stata aperta allora un’indagine coordinata dalla Procura di Udine, e di essere stato anche picchiato.


Poi sono giunte, sempre dall’area del campo nomadi di via Sei Busi, diverse segnalazioni di persone che vivono lì vicino: spaventate, hanno chiesto aiuto ai carabinieri perché sentivano sparare molto spesso. All’arrivo sul posto dei militari, però, che accorrevano dopo poco, la situazione nel campo sembrava “magicamente” tranquilla: tutti calmi, nelle loro casette e roulotte, tutti d’amore e d’accordo. Ma i carabinieri non ci sono cascati e hanno eseguito diversi controlli, tra cui uno nell’area vicino al cimitero, dove l’erba è molto alta, usando il metal-detector. E sono spuntati due bossoli di pistola calibro 7.65 esplosi di recente, posti sotto sequestro. Da lì l’indagine si è estesa a una famiglia di rom che vive a circa 15 km di distanza, a Povoletto. Una abitazione dei nomadi in particolare è stata setacciata e sono spuntati altri bossoli di pistola calibro 7.65 e una pistola che, pur non funzionante, può essere stata usata per minaccia o altri reati. Tutto è stato posto sotto sequestro ed è emersa quella che a tutti gli effetti si può considerare una faida tra famiglie rom. I carabinieri adesso stanno lavorando per individuare i responsabili degli spari, delle aggressioni e delle minacce. Hanno collaborato pure i colleghi delle stazioni di Feletto Umberto di Tavagnacco e di Udine Est.  Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino