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SACILE - Il destino può bussare generosamente due volte alla porta della stessa famiglia? Qualcuno obbietterà di no, ma a Monica e a sua madre Mirta una volta è accaduto, tra l'altro rischiando la seconda di far cadere la figlia in una delle tante trappole che si stanno moltiplicando in rete. Monica, argentina trapiantata a Sacile da oltre 20 anni, qualche giorno fa commentò un post su Facebook che ricordava i nuovi percorsi cicloturistici sacilesi. Le rispose una tale Tania, con tanto di cognome, affermando di aver trovato in lei la persona che cercava. «Beninteso, senza che la conoscessi».
La donna si diceva tedesca in ospedale a Parigi, malata con una diagnosi che le lasciava poco tempo. Cercava una persona alla quale far arrivare la sua fortuna, 128 mila euro, affinché la prescelta si occupasse di farne beneficienza «per la gloria di Dio». A Monica sfugge un primo particolare: il post passava senza ragione dal singolare al plurale, come fosse preconfezionato. C'è però un motivo se la sacilese decide di dare credito alla sconosciuta: a sua madre, tanti anni fa, è accaduto qualcosa di simile. In Argentina, Mirta, questo il suo nome, fu avvicinata da un signore dopo poche settimane che frequentava il negozio dove lei era commessa e, colpito dal carattere buono della donna, le avanzò una proposta simile. «Diceva di essere malato.
LE INCONGRUENZE
Qualche decennio dopo, la figlia Monica si sente avanzare una proposta simile: fare del bene in cambio di un premio. Il destino ha bussato di nuovo? Ahimè no. Una rapida ricerca sul social mostra l'esistenza di due sole Tania con lo stesso cognome: una ragazzina di meno di 20 anni e il classico fake: solo 2 foto, di gatti e fiori, in un profilo che pare risalire a pochi giorni fa. Una delle tante trappole pronte ad inghiottire gli sprovveduti? La sacilese chiede consiglio alla madre, e lei la invita ad andare avanti, ma i segnali sono troppo chiari: Tania compie qualche errore cercando di accelerare i tempi della truffa, passa da Facebook a Whatsapp: dice di essere tedesca in ospedale a Parigi, ma il suo numero ha il +39 che lo indica italiano. «Già mi ero chiesta perché una persona in fin di vita avrebbe dovuto cercare una sconosciuta per fare della beneficienza: le sarebbe bastato chiedere ad un'infermiera o un dottore. Poi, tedesca a Parigi, ma scrive in italiano». In più, Tania scivola parlando di se al maschile. Promette una telefonata che però non arriva: è ormai evidente che dietro si cela un uomo che ad un "sì" di Monica è pronto a trasformarsi «nell'avvocato che ti consegnerà la mia fortuna».
LO STOP
La sacilese non ci casca e smette di rispondere a messaggi che si fanno via via più sporadici: dall'altra parte forse non c'è più tempo, non per una implacabile malattia ma probabilmente perché il truffatore ha capito che stavolta non c'è trippa per gatti. Avesse accondisceso alle richieste di Tania, Monica si sarebbe trovata al punto in cui avrebbe dovuto sborsare del denaro per entrare in possesso della somma che ovviamente non avrebbe mai ricevuto. Pericolo scampato, ma solo una decina di giorni fa, sempre su un social sacilese, avevamo "sgamato" la signorina che regalava un pony in cambio delle sole spese di spedizione (400 euro).
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Il Gazzettino