Fabio, ucciso a 38 anni da antibiotici Choc anafilattico dopo la bronchite

Fabio Bergantin, 38 anni
CAVARZERE (VENEZIA) - Morire a causa di un antibiotico. L'altra sera la notizia del decesso di Fabio Bergantin ha fatto, in breve tempo, il giro di tutto il centro e in...

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CAVARZERE (VENEZIA) - Morire a causa di un antibiotico. L'altra sera la notizia del decesso di Fabio Bergantin ha fatto, in breve tempo, il giro di tutto il centro e in città nessuno voleva crederci.




Bergantin aveva 38 anni ed era titolare di un'impresa di pompe funebri. Da qualche giorno era malato, costretto a stare in casa da una bronchite. Si stava curando con le solite medicine, di cui sembra avesse fatto uso anche in passato.



Tutto è precipitato dopo l'iniezione di antibiotico, avvenuta intorno alle 20 di venerdì, che gli sarebbe stata praticata dal padre infermiere all’ex ospedale di Cavarzere e ora in pensione: il fisico del 38enne ha reagito in modo diverso rispetto alle altre volte sarebbe stato colpito da uno shock anafilattico, che in poco tempo gli ha causato grosse difficoltà respiratorie e un brusco abbassamento della pressione.



Purtroppo i soccorsi seppur immediati sono stati vani: Bergantin è spirato all'ospedale di Adria. Una tragedia assurda che ha lasciato sgomenti i familiari e tutti gli amici, in poco tempo in Rete i messaggi di cordoglio si sono moltiplicati.



Fabio Bergantin dopo aver chiuso l'attività, per qualche anno, aveva ripreso a lavorare in un nuovo locale di via Trento Trieste, 4 anni fa sempre nell’ambito delle onoranze funebri.



Lascia la fidanzata, la mamma, il papà Alberto e il fratello Mauro. Un ragazzo solare e un grande appassionato di Vespa, tanto che era tra i soci fondatori del «Vespa Club» di Cavarzere. «Lascia un vuoto incolmabile» afferma commosso Pietro Moretto del direttivo del «Vespa Club». «Aveva grinta ed entusiasmo, trascinava il gruppo e gli amici.



Fabio andava orgoglioso della sua Vespa. Di imprese ne ha fatte tante, l'ultima di cui andava fiero era il circuito dei 12 passi delle Dolomiti, fatti in notturna. L'intenzione era quella di rifare il circuito anche quest'anno assieme ad altri appuntamenti che, proprio la settimana scorsa mi aveva aiutato a fissare. Ci mancherà, abbiamo perso un amico», chiude Moretto. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino