Il Nordest batte anche la Germania Volano le esportazioni: +8,6%

Il Nordest batte anche la Germania Volano le esportazioni: +8,6%
Il Nordest batte la Germania. Un titolo che farebbe sorridere anche Giuseppe Bortolussi, il compianto segretario della Cgia di Mestre che per tanti anni ha analizzato con...

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Il Nordest batte la Germania. Un titolo che farebbe sorridere anche Giuseppe Bortolussi, il compianto segretario della Cgia di Mestre che per tanti anni ha analizzato con attenzione e originalità Veneto e Triveneto, cioè le patrie delle piccole e medie imprese. Vessate del Fisco e dalla Burocrazia, ma sempre capaci di colpi di ripresa e di sviluppo.




L’ultima analisi di Banca Intesa Sanpaolo conferma questo ineguagliabile spirito imprenditoriale: export dei distretti triveneti + 5,8% a fine marzo di quest’anno, meglio della media italiana (+ 3%). E anche della Germania della Merkel, - 0,4%.

I distretti veneti hanno mostrato un progresso molto sostenuto (+8,6%) e sono tornati a essere la locomotiva italiana: 19 distretti su 23 in crescita. Quelli del Friuli Venezia Giulia sono cresciuti del 6,9%, una delle dinamiche migliori in ambito italiano. Lieve calo per il Trentino Alto Adige sempre vicini al massimo storico. Spiccano le ottime performance di crescita delle mele del Trentino che hanno toccato un nuovo record.



Tra i primi dieci distretti italiani per crescita delle esportazioni in valore assoluto cinque sono veneti. Spiccano, in particolare, l’occhialeria di Belluno, in forte progresso negli Stati Uniti e in Cina, e il tessile e abbigliamento di Treviso che, dopo anni di forte crisi, mostra segnali di vitalità e ottiene risultati positivi in tutti i suoi principali sbocchi commerciali (Germania, Spagna, Francia). Buone performance sono state ottenute anche dall’oreficeria di Vicenza, dalla concia di Arzignano, dal tessile e abbigliamento di Schio-Thiene-Valdagno, dalla calzatura sportiva di Montebelluna, dal prosecco di Conegliano-Valdobbiadene, dal mobile di Treviso e dai dolci e dalla pasta veronesi. Insomma, tutto il Veneto doc va a gonfie vele all’estero. E in particolar modo negli Stati Uniti (+ 23,8%) e in Cina (+ 19,4%). Poi arriva l’Europa: Germania (+ 10%) e del 20% circa nel Regno Unito. Si è poi verificato un forte balzo delle vendite in alcuni nuovi mercati ad alto potenziale, come la Polonia (+33,2%), la repubblica coreana (+31,2%), il Sudafrica (+56%) e il Messico (+29,7%).



E’ stato così possibile superare brillantemente le difficoltà incontrate in Russia e Ucraina, dove si è ulteriormente accentuato il crollo subito nel 2014.

In crescita anche i distretti del Friuli-Venezia Giulia, che sono fortemente condizionati dal peso e dall’elevata volatilità della componentistica e termoelettromeccanica friulana. Grandi commesse che influenzano il dato generale, soprattutto se trimestrale. In ogni caso spicca il mobile di Pordenone, che tra il primo trimestre del 2014 e il primo trimestre del 2015 ha guadagnato 24,2 milioni di euro (+16,5%), pur rimanendo lontano dai picchi toccati nel 2008. Tassi di crescita sostenuti hanno caratterizzato anche l’export di coltelli e forbici di Maniago, vini del Friuli e prosciutto di San Daniele.



Stati Uniti, Regno Unito ed Emirati Arabi Uniti hanno guidato la crescita dei distretti friulani sui mercati esteri. Sul mercato americano si sono messe in evidenza le sedie e i tavoli di Manzano, mentre nel Regno Unito e negli Emirati Arabi Uniti spiccano le performance del mobile di Pordenone.


Previsioni di Banca Intesa: nella seconda parte dell’anno gli Stati Uniti continueranno a trainare le esportazioni dei distretti italiani e triveneti. Un sostegno alla crescita dei distretti potrà venire poi dalla ripresa della domanda europea e dalla debolezza relativa dell’euro. Debole la Russia e anche gli altri nuovi mercati. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino