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PORDENONE/UDINE - L'esportazione del Friuli Venezia Giulia ha perso 3 miliardi nel 2023, pari a un -13,7% rispetto all'anno precedente. Complessivamente, quindi, l'export ha chiuso l'anno con un valore pari a 19 miliardi. La flessione, anche al netto dell'andamento del settore navale e della cantieristica dà una certa volatilità a questa voce, è evidente, perché si attesta su una perdita di 8,1 punti percentuali. A cedere sono tutti i mercati tradizionali di sbocco dell'economia del Friuli Venezia Giulia e alcuni settori notoriamente forti internazionalmente, come quello del mobile.
IL DETTAGLIO
L'aggiornamento lo dà il report del ricercatore dell'Ires Fvg, Alessandro Russo, che ha rielaborato dati Istat. «È una contrazione che fa seguito a un biennio di forte crescita dopo la pandemia spiega Russo -, dovuto anche alle significative dinamiche inflazionistiche. L'export regionale era cresciuto, infatti, da 14,3 miliardi di euro nel 2020 a oltre 22 miliardi nel 2022».
SUL TERRITORIO
Per quanto attiene l'andamento territoriale in Fvg, Trieste e Gorizia presentano i passivi più pesanti (rispettivamente -21,8% e -38%) dovuti essenzialmente all'andamento delle vendite di navi e imbarcazioni, che fa segnare complessivamente -43,7 per cento. La provincia di Udine e quella di Pordenone registrano delle flessioni più contenute, rispettivamente -4,8% e -5,1 per cento. Oltre alla cantieristica navale, il report fa rilevare le sensibili contrazioni delle esportazioni di metalli di base e prodotti in metallo (-16,1%, che comprende la siderurgia) e di quelle dei mobili, che si sono ridotte del -10,2 per cento. Tra i settori dell'economia che presentano le dinamiche maggiormente positive ci sono al contrario i macchinari e le apparecchiature (+10,3% rispetto al 2022) e i prodotti alimentari e le bevande, che crescono dell'8 per cento.
LA MAPPA
Per quanto riguarda le destinazioni geografiche, l'analisi fa osservare che ci sono state flessioni in corrispondenza dei principali partner commerciali della regione. In particolare, le esportazioni verso la Germania sono diminuite del 12,1%, quelle negli Stati Uniti del 25% e in Svizzera del 38,6 per cento. Anche se, avverte Russo, «questi ultimi due andamenti sono strettamente connessi al settore della cantieristica navale. Anche la Francia (-14,5%) e l'Austria (-23,7%) mostrano dei passivi consistenti, così come è diminuito sensibilmente il valore delle vendite in Slovenia (-17,6%), in Ungheria (-13,4%), in Romania (-12,9%), in Polonia (-24,5%) a causa della dinamica negativa dei prodotti siderurgici. In netta contrazione anche le esportazioni in Qatar (-45,4%), che comunque, conclude Russo, «si posiziona al decimo posto tra i mercati di sbocco, in particolare per la cantieristica navale e la vendita di armi».
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Il Gazzettino