ROVIGO - La sede dell’ex tiro a segno, nel cuore del bosco di parco Langer, edificio chiuso da tempo e in preda al degrado, diventerà una sala polivalente per...
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LE RISORSE
Di soldi per ristrutturare e riqualificare l’intera area, però, ne servono molti di più. Ed è per questo che l’amministrazione si sta guardando intorno per scovare altre fonti e ottenere risorse da far confluire nel progetto da presentare alla Soprintendenza. «La progettazione - continua Merlo - è finita e il piano è pronto, ma l’intenzione è quella di realizzarlo, di fatto, procedendo per stralci. Anche per questa modalità operativa, però, dobbiamo chiedere e ottenere il via libera della Soprintendenza».
Tutto questo nell’ottica di entrare in possesso dell’intera area attraverso un’operazione di “federalismo demaniale”. Parco Langer, infatti, è un vero e proprio polmone verde ai margini del centro città: oltre sette ettari di alberi, arbusti e parco, che si estendono a sud del canale Ceresolo con al proprio interno una serie di immobili e manufatti di valore storico. Basti pensare che quella che da progetto dovrebbe diventare una sala civica su due piani di circa 200 metri quadrati di superficie, ovvero l’immobile dell’ex tiro a segno che un tempo ospitava gli uffici, la direzione e la guardiania, risale alla metà dell’Ottocento, mentre gli altri manufatti che risultano distribuiti su tutta l’area, in condizioni di totale abbandono, erano adibiti a edicole di sparo, totem porta bersagli, ripari per gli zappatori, muri d’ala per il tiro con la pistola.
«L’idea alla base del progetto - riprende Merlo - è quella di partire con il primo stralcio della ristrutturazione concentrandoci sull’edificio principale e sulla parte di verde adiacente il retro dell’immobile».
LA TITOLARITÀ
Lo scoglio da superare, però, resta quello della proprietà dell’intera area, sulla quale gravano i vincoli della Soprintendenza posti nel 2004. Perché attualmente il proprietario è l’Agenzia del Demanio e la sua acquisizione da parte del Comune avverrà solo sulla base dei progetti di recupero presentati dal Comune stesso. È anche vero che la redazione dei progetti, affidata all’architetto, esterno a Palazzo Nodari, Federico Candian affiancato da Enrico Piva, dell’Ordine provinciale dei dottori agronomi e forestali, per il servizio tecnico di supporto alla progettazione in ambito agronomo e forestale, è già stata eseguita tenendo conto delle informazioni e delle indicazioni concordate in precedenza con la Soprintendenza e il Demanio, dunque la strada verso il parere positivo dovrebbe essere tutta in discesa.
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Il Gazzettino