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VENEZIA - Bella e fragile. Claudia Bernardi aveva vissuto il successo, da modella, nella Milano capitale della moda. Un'esperienza che l'aveva portata sotto ai riflettori, la grande chance di sfondare nel mondo che l'aveva sempre attirata. Non è andata, per, come sperava: quella era la prima vita di Claudia. Giovanissima, non aveva retto alla pressione di quell'ambiente e di quella città. Così diverso da Venezia, così lontano da quell'isola protetta che la faceva sentire coccolata come una regina. A Milano si era scontrato con il primo dei suoi demoni: l'anoressia.
Una piaga che l'aveva ridotta in ginocchio e per cui era tornata a Venezia. Era entrata in cura e, piano piano, era riuscita a riprendersi. Aveva lottato e si era ricostruita una seconda vita, riuscendo anche a laurearsi all'università di Ca' Foscari. Aveva trovato lavoro, al Casinò, come croupier. La sua anima fragile, però, vent'anni fa si trovò di fronte a un nuovo terremoto emotivo: la morte della madre. Per lei era sempre stata un enorme punto di riferimento: a lei si era aggrappata nel suo momento peggiore e grazie a lei, e al papà Paolo, era riuscita a rimettersi in salute.
«La morte di Claudia - racconta un'amica - mi ha rattristato molto. Era una mia coetanea e la vita ci aveva portato a condividere parecchi momenti insieme da quando avevamo vent'anni, prima per amicizie in comune, poi perché siamo state colleghe di lavoro per qualche anno. Negli ultimi anni l'avevo vista raramente, ma ogni volta che ci incontravamo per strada a Venezia era sempre lei che per prima si fermava per scambiare con me parole affettuose e chiedermi come stavo. La mia esperienza con Claudia è sempre stata positiva. Voglio continuare a ricordarla così: sempre sorridente, simpatica, cordiale, di buon cuore e poi... bellissima, in ogni occasione».
LA DROGA E LE FESTE
Lo choc della scomparsa della madre era stato troppo forte.
Il Gazzettino