Ex caserma Piave, c'è il bando per l'assegnazione dei lavori: nasce il polo delle scienze

EX CASERMA PIAVE - C'è il bando per l'assegnazione dei lavori
PADOVA - È il progetto più importante e oneroso mai pensato dal Bo fino a questo momento. Trasformare l’ex caserma Piave, dopo averla acquistata dal Demanio,...

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PADOVA - È il progetto più importante e oneroso mai pensato dal Bo fino a questo momento. Trasformare l’ex caserma Piave, dopo averla acquistata dal Demanio, nel polo delle Scienze economiche, politiche e sociali chiamandolo “Piavefutura”. Per questo l’architetto David Chipperfield ha ideato un “diamante” tagliato a ellisse che sarà il segno architettonico di questo campus, richiamando la forma del Prato nel cuore della città, a un passo dalla Specola.


E ora siamo finalmente al via. Il direttore generale Alberto Scuttari ha pubblicato il decreto che indice la gara per la progettazione esecutiva e l’esecuzione dei lavori per un importo di 65 milioni di euro. Significa che dopo l’aggiudicazione, entro l’anno vedremo aprirsi il cantiere di uno dei progetti più audaci e avveniristici della città, co-finanziato dal Ministero dell’Università e della ricerca scientifica per 49 milioni e 574mila euro. Ed entro il 2028 lo vedremo finito.


IL PROGETTO
Quello che colpisce della reinterpretazione degli spazi che dovranno ospitare Sociologia, Scienze politiche ed Economia catapultando circa 4mila persone al giorno negli edifici, è l’ellisse in vetro e legno che coprirà lo spazio dell’attuale campo di calcio. Sarà il cuore della “macchina” su un’estensione di 2.500 metri quadrati. «Racchiude il senso curvilineo che troviamo in molti luoghi simbolo, dal Prato della Valle, ai Giardini Arena, dall’Orto Botanico alle strade romane» disse Bortolami alla presentazione. Sarà lì che batterà la vita del campus. Sotto all’ellise, parzialmente interrati ma con un andamento discontinuo in modo da emergere e ricevere la luce solare, si troveranno la biblioteca da 3mila metri quadrati, l’aula Magna da circa 500 posti e l’auditorium da 1200 metri quadrati per circa 5-600 posti. Poi una caffetteria, negozi e spazi comuni. La forma particolare sarà possibile grazie all’abbattimento degli unici tre edifici non vincolati concesso dalla Sovrintendenza.


IL CONVENTO
Il secondo nucleo sarà costituito dall’edificio che gira tutto intorno all’ex chiostro del monastero domenicano di S. Agostino (del 1300). È lo stabile che si vede passando dalla parte della riviera e che fino al 2016 è stato il comando militare del Nord Italia. Ebbene, il muro che oggi lo nasconde parzialmente allo sguardo, sarà abbattuto, creando una vista superba sull’edificio. Lì andrà la sede dei Dipartimenti, con gli uffici amministrativi e gli studi dei docenti, si calcola fra le 600 e le 700 persone. Non ci saranno stravolgimenti esterni.


LE AULE
Il terzo nucleo dell’intervento è rappresentato dalle aule studio che verranno ricavate negli edifici che un tempo ospitavano le scuderie. Perchè la Piave nella sua lunga storia ha ospitato reparti militari francesi, russi e austriaci e con l’Unità d’Italia la Cavalleria dell’esercito nazionale. Sono edifici bassi, facilmente adattabili alle più moderne esigenze. L’ultima parte dell’intervento riguarderà la palazzina degli ex dormitori un edificio molto lungo che copre un intero lato del complesso. Lì andranno il museo dei beni culturali dell’Università e spazi per i dottorandi.


I NUMERI


Dall’ingresso carraio che oggi è su via Cristoforo Moro si potrà accedere a un parcheggio sotterraneo per 190 posti auto. Delle 4.060 persone stimate il 51 per cento arriverà in bici, il 32 per cento a piedi, il 7 per cento in auto. A lavori finiti ci saranno però cinque ingressi ciclopedonali e due carrai divisi fra via Moro e la riviera. Gli esperti hanno posizionato 1.212 stalli per biciclette e 80 posti per le moto. In ogni caso si punta ai mezzi pubblici. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino