Ex caserma Pepe, nessuna offerta per la sede dei "fanti da mar". Il Demanio chiedeva almeno 5.000 euro al mese

Caserma Pepe al Lido di Venezia
LIDO - Nessuna offerta per la gestione provvisoria e temporanea della caserma Guglielmo Pepe di San Nicolò al Lido. Venerdì scorso scadevano i termini per la...

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LIDO - Nessuna offerta per la gestione provvisoria e temporanea della caserma Guglielmo Pepe di San Nicolò al Lido. Venerdì scorso scadevano i termini per la presentazione di eventuali proposte di gestione ma il bando è andato deserto. Manca ancora la conferma ufficiale, da parte del Demanio, che è il proprietario dell'edificio, ma il quadro è abbastanza chiaro. Nulla di fatto e perciò, tutto da rifare. Sul futuro della Pepe e sui suoi possibili utilizzi futuri si parla da anni. Ma in concreto non si è mosso ancora nulla.

ABBANDONATA

Così, dopo due cicli di gestione provvisoria, il primo a cura di Biennale Urbana, il secondo con la regia della Fispmed, non si è trovata una terza strada. E, per tutta risposta, i gestori uscenti non hanno presentato la loro candidatura per una riconferma. Evidentemente le richieste e clausole, inserite nell'ultimo bando di gara sono state considerate troppo impegnative da eventuali concorrenti. Molti i nodi che restavano da sciogliere: per prima cosa un breve periodo per una concessione comunque non definitiva o almeno pluriennale. Il piano di gestione che andava presentato andava da un minimo di 8 a un massimo di 12 mesi. Poi ha fatto molto dibattere gli addetti ai lavori il canone di affitto richiesto di almeno 5 mila euro, come base d'asta con rilanci a salire.

TROPPI ONERI

Infine, ma non ultimo per importanza, i concessionari provvisori avrebbero dovuto ottemperare a una lunga serie di disposizioni per assicurare la sicurezza dei luoghi, nonchè il funzionamento delle diverse utenze. Insomma rimettere in funzione la Pepe era una missione assai complicata e così gli interlocutori hanno preferito, per ora, restare alla finestra. La palla torna perciò alla proprietà del Demanio che dovrà decidere quali scelte mettere in campo ora che la terza chiamata, dopo alcuni sopralluoghi, non ha avuto dal territorio alcuna risposta concreta. In questa situazione, che può preludere al rischio di un lungo periodo di chiusura e abbandono della sede storica dei Fanti da mar, molte incognite sono all'orizzonte in attesa che il compendio possa passare dalla proprietà demaniale a quella comunale. 

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Il Gazzettino