PADOVA - Ne ha combinata un'altra l'ex carabiniere Dino Maglio, già in servizio alla stazione di Teolo e al comando provinciale di via Rismondo, noto alle cronache...
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LA DENUNCIA
Maglio era stato infatti denunciato per maltrattamenti in famiglia. Comportamenti di particolare gravità che si protraevano da almeno un anno, inizialmente nei confronti di entrambi i genitori, successivamente, dopo la morte del padre, avvenuta nell'ottobre scorso, ai danni della madre. L'ex carabiniere, oggi quarantunenne, si sarebbe reso protagonista di diverse aggressioni fisiche nei confronti della donna settantaquattrenne, obbligandola a barricarsi in casa. In un'occasione l'anziana sarebbe stata addirittura costretta a scappare di casa.
Gli investigatori dell'Arma hanno raccolto la denuncia della donna che vive nella stessa palazzina del figlio ma al piano superiore. Poi hanno informato la Corte d'Appello veneziana che il prossimo autunno dovrà processare l'ex carabiniere. In primo grado, il 21 giugno dell'anno passato, Maglio aveva rimediato una batosta pesantissima. Il tribunale collegiale di Padova (presidente Claudio Marassi) gli aveva inflitto dodici anni e otto mesi di reclusione per avere narcotizzato e stuprato 14 turiste straniere. È stato assolto invece dal reato di concussione e tentata concussione. I giudici non avevano però accolto la richiesta di immediata carcerazione avanzata dal pubblico ministero Giorgio Falcone confermando la misura più lieve dell'obbligo di dimora.
Sulla scorta dell'informativa trasmessa dai carabinieri di Surbo la Corte d'Appello ha ora deciso il ripristino della custodia cautelare in carcere ritenendo inadeguato il solo obbligo di dimora. Secondo i giudici lagunari Maglio avrebbe confermato la sua naturale inclinazione a commettere reati di natura violenta. Pare che tra i motivi di attrito con la madre vi fosse anche la presenza fissa della nuova fidanzata di Maglio, stabilitasi negli ultimi due mesi a casa dell'ex carabiniere nonostante le restrizioni imposte dall'emergenza sanitaria.
Maglio, che ha già scontato per intero una condanna a cinque anni per il primo filone di violenze sessuali ai danni di turiste straniere, è atteso da un altro importante processo d'appello. Il 4 dicembre 2018 il tribunale di Lecce l'aveva condannato a quattro anni e 4 mesi di reclusione per detenzione di materiale pedopornografico ed evasione dagli arresti domiciliari.
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Il Gazzettino