Evasore totale per due anni era colpa del commercialista

Evasore totale per due anni era colpa del commercialista
CIMADOLMO (TREVISO) - Per il fisco italiano era un evasore totale ma lui in realtà aveva dato la delega al commercialista affinché prelevasse dal suo conto corrente...

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CIMADOLMO (TREVISO) - Per il fisco italiano era un evasore totale ma lui in realtà aveva dato la delega al commercialista affinché prelevasse dal suo conto corrente e pagasse le imposte dirette, che il professionista non ha però mai versato. È finito con l'assoluzione perché il fatto non sussiste il processo, celebrato davanti al giudice Umberto Donà, a un imprenditore edile albanese 50enne, difeso a giudizio dall'avvocato Pierantonio Fadel del Foro di Treviso - finito alla sbarra per aver omesso di effettuare la dichiarazione dei redditi per gli anni 2013 e 2014. In tutto 154.557 e 175.599 euro, imponibili che risultano totalmente sottratti al fisco. Nel frattempo il commercialista è letteralmente sparito dalla circolazione; nei suoi confronti è stata anche presentata denuncia per appropriazione indebita e truffa, querela verso cui la Procura, stante la sua irreperibilità, ha fatto però istanza di archiviazione. L'impresario si è opposto alla decisione e novembre il caso arriverà davanti al gip per l'udienza di opposizione.


Tutto nasce nel 2016 da un accertamento condotto dalla Guardia di Finanza nello studio di F.B, noto commercialista di Cimadolmo. Le Fiamme Gialle, fra le varie carte e documenti che venivano conservati dal professionista trovano anche le dichiarazioni dei redditi dell'albanese. Sono compilate correttamente ma non sono state inviate. Il 50enne entra quindi nel radar dell'amministrazione finanziaria e nei suoi confronti vengono condotte alcune perquisizioni, una nella sede della società e una nell'abitazione. Con riferimento all'anno 2013 tre anni dopo arriva il decreto penale di condanna, pari a 13.500 euro in sostituzione di 6 mesi di reclusione. Ma l'impresario edile si oppone e decide di difendersi e nello stesso tempo denuncia F.B., che nel frattempo ha fatto perdere le sue traccie.


«Le dichiarazioni di redditi in oggetto - ha detto nel corso della sua deposizione il fratello di F.B. - non sono state inviate per la disorganizzazione dello studio, è chiaro che non c'era l'intenzione di evadere. E gli ammortamenti relativi all'anno 2013, pari a oltre 50mila, non sono stati effettuati perché è sparito il libro che conteneva le indicazioni sui cespiti aziendali». Il processo è quindi giunto al capolinea con l'imprenditore l'albanese che è finalmente riuscito a dimostrare di aver dato delega al commercialista di fare le dichiarazioni, inviarle al fisco e prelevare dal suo conto gli importi relativi alla tassazione per i relativi pagamenti. Ma quei soldi non sono mai stati versati all'Erario. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino