Evade per andare a mangiare al rifugio «Io non so cucinare, dovevo uscire»

Evade per andare a mangiare al rifugio «Io non so cucinare, dovevo uscire»
SELVA DI CADORE - Era finito agli arresti domiciliari, dopo che in casa la polizia aveva scoperto che nascondeva una vera “Santa Barbara”. Ma Renato Gino Zuliani, 78...

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SELVA DI CADORE - Era finito agli arresti domiciliari, dopo che in casa la polizia aveva scoperto che nascondeva una vera “Santa Barbara”. Ma Renato Gino Zuliani, 78 anni di Selva di Cadore, non ha resistito e è evaso da casa per andare a mangiare in un rifugio. «Non so cucinare», aveva detto ai carabinieri nel tentativo di dare una giustificazione. Ma non è bastato e ieri mattina, in Tribunale a Belluno, Zuliani è stato condannato a un anno di reclusione.

La vicenda risale al 2013-2014, quando il 78enne finì in manette a seguito di un blitz della polizia che scattò a luglio 2013. Gli agenti, entrati con cani addestrati per fiutare armi seguendo l’odore della polvere da sparo e dell’olio utilizzato per la pulizia, trovarono reperti bellici in ottimo stato di conservazione e perfettamente funzionante. Tra questi 4 bombe a mano a frammentazione della Prima Guerra Mondiale che non aveva denunciato. L’uomo probabilmente si è appropriato di residuati bellici della prima guerra mondiale trovati sui monti, teatro del conflitto. I proiettili venivano da lui svuotati della sostanza esplosiva che l’uomo si teneva oltre agli involucri. Per questa vicenda ha patteggiato la pena e ha chiuso così il procedimento. Ma la passione dell’anziano per le armi lo aveva già messo nei guai. Era stato arrestato dai poliziotti della Squadra Mobile, che avevano ricevuto una segnalazione anonima, alla fine del gennaio 2012 e anche in quel caso aveva patteggiato.

Ieri mattina però l’accusa era diversa: evasione. Dopo essere finito a Baldenich infatti nel luglio del 2013, venne messo ai domiciliari con la possibilità di uscire dalle 10 alle 12 per effettuare le spese. Quel giorno arrivarono i carabinieri per i controlli di routine nella sua abitazione e non trovarono nessuno. I militari di Caprile lo chiamarono al telefono e lui spiegò che era in un paese vicino a mangiare in un rifugio. «Sono uscito perché non so farmi da mangiare», disse. Ieri è arrivata inevitabilmente la condanna. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino