«Quella canzone è un inno a Satana»: don Bruno insorge

Camposampiero, don Bruno contro la cantante greca Elena Tsagrinou

Elena Tsagrinou sul palco dell'Eurovision Song Contest
CAMPOSAMPIERO - Dopo la levata di scudi contro il “blasfemo” festival di Sanremo, ora una canzone cipriota che glorifica Satana, tra i brani favoriti...

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CAMPOSAMPIERO - Dopo la levata di scudi contro il “blasfemo” festival di Sanremo, ora una canzone cipriota che glorifica Satana, tra i brani favoriti all’ultimo festival canoro Eurovision vinto dagli italiani Maneskin, suscita l’indignazione di don Bruno Bevilacqua che definisce “inaccettabile” il brano proposto al grande evento europeo dei giorni scorsi. Il parroco di San Marco, dopo aver aderito alla petizione on line per protestare nei confronti della cantante greca Elena Tsagrinou e gli organizzatori della manifestazione, confessa di essere «molto preoccupato per i nostri giovani che vivono decisamente in una diffusa mentalità anti-cristiana». 


«L’educazione che i nostri ragazzi stanno ricevendo da questi festival musicali è completamente sbagliata - afferma don Bruno - Come cristiani non possiamo stare zitti e non ribellarci alla mancanza di rispetto nei confronti della nostra fede. Quella andata in scena anche all’Eurovision è una terribile forma di contagio che sta minando la gioventù». La canzone al centro di una forte reazione anche da parte della chiesa Cipriota ortodossa che si intitola “Il diavolo”, racconta la storia di una donna che si innamora del demonio. La chiesa locale ha denunciato questa canzone, che a suo avviso esorta ad “arrendersi al diavolo”, dimenticando “storia, cultura e tradizioni” cipriote. Per i cristiani di Cipro il testo è inquietante e le polemiche non mancano. Il video è già stato visionato circa 3,3 milioni di volte su youtube in poche settimane.
 

LA PERFORMANCE


Per il parroco di Camposampiero le performance artistiche di questi cantanti sono intollerabili. «In molti mi criticano sui social per questa mia presa di posizione - ammette don Bevilacqua - Non per questo dovevo stare zitto e far finta di nulla. Non è una mia battaglia personale: ho mosso la critica per i giovani. Che valori stiamo dando alle nuove generazioni? Credo sia giusto dare voce a tutte le persone credenti e non credenti offese da simili insulsaggini e volgarità». Il prete padovano, 75 anni, alla guida della parrocchia di San Marco da quasi 30 anni, non si limita a criticare gli eventi musicali ma invita tutti alle catechesi in parrocchia che stanno per iniziare giovedì prossimo, alle 20.30, in chiesa. «Per tutto il mese di giugno svolgeremo delle serate alla riscoperta del battesimo e di una fede adulta - sostiene - Va bene criticare ma oggi, più che mai, dobbiamo proporre qualche iniziativa che stimoli la partecipazione attiva e la consapevolezza di “mettersi in Cammino”».
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Il Gazzettino