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Sarà il governatore dell'Emilia Romagna, Stefano Bonaccini, il capolista del Partito Democratico alle prossime elezioni Europee a Nordest, la circoscrizione che raggruppa Veneto, Friuli Venezia Giulia, Trentino Alto Adige e, appunto, Emilia-Romagna. Considerata chiusa la partita del terzo mandato per i presidenti di Regione, Bonaccini ha dunque deciso di lasciare Bologna per Bruxelles.
Elezioni europee, candidati a Nordest
Una corsa che interesserà anche quattro veneti: la vicentina Alessandra Moretti, che sta ultimando il suo primo mandato di europarlarmentare; il deputato padovano Alessandro Zan, esponente della comunità Lgbt, noto per aver promosso e ottenuto il primo registro anagrafico italiano delle coppie di fatto (candidato anche nella circoscrizione Nordovest); il trevigiano Andrea Zanoni, consigliere regionale, già europarlamentare dal 2011 al 2014; il bresciano, ma veronese d'adozione, Ivan Pedretti, già segretario del sindacato pensionati Spi Cgil nazionale e prima ancora veneto.
Dei 15 candidati a Nordest, ieri la direzione nazionale del Pd guidatta da Elly Schlein ne ha resi noti 12.
Nel 2019 il Pd aveva eletto a Bruxelles quattro deputati (Carlo Calenda, che poi ha lasciato il posto ad Achille Variati; Elisabetta Gualnini, Paolo De Castro, Alessandra Moretti). Le aspettative sono di eleggere ancora quattro eurodeputati: oltre a Bonaccini, i più quotati sono Corrado, Gualmini, Zan (che però potrebbe farcela anche a Nordovest), Moretti.
LE REAZIONI
«Le proposte di candidatura emerse nella nostra direzione regionale sono state confermate - ha detto il segretario veneto Andrea Martella -. È una lista ricca di personalità di rilievo, competitiva, aperta all'esterno, con una forte connotazione veneta. E il capolista Bonaccini saprà rivolgersi al tessuto produttivo della nostra regione». Non è stato ricandidato l'uscente Paolo De Castro e a dispiacersene è il senatore di FdI, Luca De Carlo: «So che questa scelta dovrebbe - opportunisticamente - farmi felice, ma l'esclusione di De Castro dalle liste europee del Pd rischia di essere un grave danno per l'Italia. Non entro nel merito delle scelte degli altri partiti, ma è indubbio che a De Castro va riconosciuto il merito di anni di duro lavoro a difesa degli interessi dei veri agricoltori. La sua assenza rischia di lasciare spazio a tutta quell'area pseudo-ambientalista sostenitrice aprioristicamente e propagandisticamente del Green Deal, e questo certo non farà il bene della nostra nazione. A De Castro il mio ringraziamento per aver lavorato in Europa per la difesa degli agricoltori».
Il Gazzettino