Il triste Natale di Mary: «Ho scoperto per lettera di essere un esubero, sono mesi di agonia»

Mary Bottan, 54 anni, di Villanova di Fossalta di Portogruaro
PORTOGRUARO -  «Sarà un Natale a metà: felice, perché starò con la mia famiglia, ma allo stesso tempo triste perché mi...

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PORTOGRUARO -  «Sarà un Natale a metà: felice, perché starò con la mia famiglia, ma allo stesso tempo triste perché mi mancherà il mio lavoro». Mary Bottan, 54 anni, di Villanova di Fossalta di Portogruaro, è una dei 12 dipendenti dello Spazio Conad di Portogruaro che dovevano essere trasferiti a Tavagnacco, in provincia di Udine, e che sono stati costretti a rinunciare al posto di lavoro, in cambio di un incentivo economico e della possibilità di accedere per due anni alla Naspi. La trattativa con l’azienda non ha mai contemplato il mantenimento del posto all’interno dell’iper di Portogruaro. Una struttura che Mary conosce come casa sua.

«Lavoravo alle casse e al box informazione dell’ipermercato del centro commerciale – ha raccontato – da oltre 33 anni. Ho visto passare quattro insegne, da Record a Continente, da Carrefour a Conad. Ho praticamente visto nascere questa struttura. I primi anni sono stati i più belli, poi ci sono stati degli alti e bassi ma tutte le proprietà, nei momenti di difficoltà, ci hanno sempre messo la faccia. Con Conad non è stato così: il dialogo non è stato né costante né chiaro. Abbiamo tentato di tutto per restare, proponendo un cambio di contratto a part- time e addirittura una riduzione di livello. Niente, l’azienda aveva deciso: trasferimento a Tavagnacco (Udine)». La raccomandata con cui Conad le ha comunicato questa decisione l’ha ricevuta al ritorno delle ferie. «Come ho aperto la lettera - ha detto – sono andata in confusione, non capivo più nulla. Certo, qualche sentore lo avevamo, sapevamo che c’erano degli esuberi ma mai avrei immaginato mi arrivasse questa richiesta, che considero un licenziamento mascherato. Per me questi mesi sono stati un’agonia, ho dovuto ricorrere anche al sostegno di un psicoterapeuta. Mi hanno salvato la famiglia e le amiche. Sono molto amareggiata, anche per i miei colleghi, alcuni con un mutuo in piedi, altri senza il sostegno economico di un compagno. In questi anni di lavoro ho davvero dato tutto e ora mi ritrovo senza un’entrata economica e senza un impegno per me importante che mi permetteva di incontrare i colleghi e relazionarmi con le persone. Sarà triste trascorrere il Natale con questo pensiero». 


 

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Il Gazzettino