"Sequestra" una profuga e pretende 500 euro per consegnarla al fratello

"Sequestra" una profuga e pretende 500 euro per consegnarla al fratello
Le cronache raccontano dell’arrivo dei profughi. Dei problemi e delle difficoltà di ospitarli nelle comunità. Ma poi, cosa accade? Nell’ultimo mese dall’ex caserma...

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Le cronache raccontano dell’arrivo dei profughi. Dei problemi e delle difficoltà di ospitarli nelle comunità. Ma poi, cosa accade? Nell’ultimo mese dall’ex caserma Prandina se ne sono andate quasi duecento persone. E nessuno sa dove vanno.


C’è la storia di una ragazza somala che è arrivata in Italia per raggiungere il fratello. È stata ospitata a Peraga di Vigonza e adesso sarà parte civile in un processo contro un giovane connazionale accusato di tentata estorsione. Il ragazzo era in comunità con lei e voleva 500 euro dal fratello, altrimenti non avrebbe più rivisto la sorella. Gli agenti della Polfer e quelli della Squadra mobile in poche ore sono riusciti a sistemare le cose, e il pubblico ministero Francesco Tonon ha disposto il giudizio immediato del giovane somalo.



Susuu Hasan, diciottenne, l’8 giugno si imbarca in Libia per l’Italia. Arriva senza problemi in Sicilia e il 10 giugno viene trasportata in pullman alla Questura di Padova, dove viene assegnata al Villaggio Globale di Peraga di Vigonza.



La ragazza somala non perde tempo. Nella comunità c’è un profugo connazionale, Abdekadr Ahmad, ventunenne. Gli chiede di prestarle il telefono per chiamare i familiari in Somalia. Dice ai genitori che sta bene e dà loro il numero di telefono del connazionale. Devono darlo al fratello, che vive a Firenze, il quale deve venirla a prendere a Padova. Il giorno dopo Alì Mohamed Abdullahi, fratello della ragazza, chiama il connazionale per farsi dire dove si trova la sorella. Ebbene, deve solo dargli l’indirizzo della comunità per venirla a prendere. Ma il ventunenne somalo gli dice che gli consegnerà sua sorella alla stazione ferroviaria di Padova, ma deve portare 500 euro. I due litigano e parte la minaccia: o gli dà i soldi o non vedrà più sua sorella. Anzi, i soldi li deve depositare in un Postapay.



Il 12 giugno Alì Mohamed Abdullahi arriva in treno a Padova, ma non trova sua sorella. C’è soltanto il connazionale che vuole i soldi. Si mettono a discutere animatamente e la cosa non passa inosservata agli agenti della Polfer. I due somali vengono portati in ufficio e viene chiamato un interprete. Il fratello racconta tutto e c’è il sospetto di un sequestro di persona. La polfer chiede l’aiuto della Squadra mobile. I due vengono portati in Questura dove arriva anche il pubblico ministero Francesco Tonon.



Mentre accade questo, la diciottenne è nei pressi della stazione ferroviaria in compagnia di un altro somalo. Evidentemente è complice del ventunenne. E il presunto complice, vedendo la malaparata con gli agenti della Polfer, porta la ragazza alla comunità Don Gallo di via Tommaseo.



In Questura scatta l’allarme per un presunto sequestro di persona. Gli investigatori vogliono sapere da Abdekadr Ahmad dove è nascosta la ragazza, che non è più al Villaggio Globale di Peraga di Vigonza. Il ventunenne racconta cose a vanvera.


Intanto, i responsabili della Don Gallo non si tengono la giovane somala che non sanno da dove arriva e la ragazza viene portata dal suo accompagnatore in stazione ferroviaria. Sono gli agenti della Polfer ad insospettirsi della presenza di una giovane in chador. E scoprono che è la diciottenne somala che stanno cercando da ore. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino