Linfoma. La sorella gli dona il midollo, ma questo non basta a salvarlo: Matteo muore a soli 27 anni

Matteo Zancanella
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ESTE (PADOVA) - Addio Matteo: si è spento a 27 anni il pittore gentile che amava la vita. Matteo Zancanella è morto nella notte tra lunedì e martedì, assistito dall'amore dei suoi cari. Non lo hanno lasciato solo un secondo in questi ultimi, dolorosi giorni, quando il giovane era ricoverato in oncoematologia di Padova per l'aggravarsi delle sue condizioni. La malattia, un linfoma di tipo B, non gli ha lasciato scampo. Un male subdolo ed insidioso, comparso per la prima volta nel 2017. Ma le speranze c'erano: Matteo rispondeva bene alle cure e la sorella Chiara gli aveva anche donato il midollo. Tutto sembrava andare per il meglio, ma una recidiva ha fatto ripiombare la famiglia nello sconforto.


VOGLIA DI VIVERE
«Mi diceva «papi, voglio vivere, voglio guarire - racconta affranto il padre Stefano - Anche domenica, mi ha chiesto se poteva farcela e io l'ho rincuorato». Invece, la situazione era già disperata. Matteo, dal carattere mite ma grintoso, non voleva lasciare nulla di intentato e si documentava costantemente sulle ultime ricerche inerenti i tumori del sistema linfatico, condividendo tutto con il papà. Gli dava speranza, quel pizzico di forza in più per affrontare i pesanti cicli di chemioterapia che giocoforza queste malattie richiedono».
Aveva ricevuto le cure migliori, in centri di eccellenza europei del calibro dello Iov e dell'Humanitas di Milano. Quando il male gli dava un po' di tregua, andava a lavorare con gioia. Era dipendente della Tmb di Ceregnano, la stessa azienda dove presta servizio da tanto tempo mamma Nadia: «Si sentiva orgoglioso di essere parte di una ditta così all'avanguardia. Poi, quando è stato male, non ce l'ha più fatta». A dargli conforto, l'amata fidanzata Martina e la passione della sua vita: la pittura.


LA SUA PASSIONE


Con i pennelli in mano, Matteo si sentiva bene ed esprimeva la sua grande sensibilità, capace di interpretare il mondo in modo unico. Le figure diventavano grandi geometrie dove regnavano il rosso e il blu, colori forti e indice di un amore per la vita senza compromessi. C'erano silhouette di donna, nature morte e vedute della sua Este. L'arte aveva dato a Matteo belle soddisfazioni, tanto che cinque anni fa era arrivato secondo ad un concorso. Anche se la famiglia abita nei pressi del Manfredini, i funerali si terranno sabato, alle 10, alla basilica delle Grazie: un atto di devozione alla Madonna. Pur nel dolore, papà Stefano guarda avanti: «Vorrei che Matteo fosse ricordato per la sua generosità. Magari con un torneo sportivo o un'associazione benefica».
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Il Gazzettino