Lo scontro sulla governance di EssilorLuxottica, che già è finito al centro di un arbitrato, si sposta in Tribunale. Dopo che la Delfin di Leonardo Del Vecchio ha...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
All'ordine del giorno ci sarebbe dovuta essere la discussione in merito all'arbitrato promosso da Delfin presso la Camera di Commercio Internazionale. Il vicepresidente Hubert Sagnieres è accusato del «mancato rispetto dei doveri di leale cooperazione e buona fede previsti dall'Accordo di Combinazione del 2017 tra Essilor e Delfin, la quale è stata privata del potere di gestione paritetico che le pertiene ai sensi dell'accordo».
«Constatando lo stallo creatosi all'interno del consiglio di amministrazione e come questo ostacoli l'implementazione del processo di integrazione e delle relative sinergie, Delfin ha ritenuto che il ricorso alla Camera di Commercio Internazionale fosse allo stato una soluzione necessaria e la più appropriata al fine di preservare gli investimenti di tutti gli azionisti». Era fine marzo. Alla controparte erano concessi per legge 30 giorni per presentare una propria memoria difensiva ma, prima che sia venuto a scadere quel termine arriva il contrattacco. Per sbloccare la maggioranza in cda i francesi chiedono che venga commissariato tutto il board.
Si alza dunque la tensione in attesa dell'assemblea del 16 maggio dove la via indicata dai fondi, quella di allargare il cda a 18 componenti, sembra difficilmente percorribile dopo che lo stesso consiglio, nell'ultima riunione, ha dato parere contrario e invitato gli azionisti a votare contro le richieste sia da parte di Valoptec, l'associazione dei manager e dei dipendenti di Essilor, che di una cordata di fondi (tra cui Fidelity, Comgest e Phitrust). Perché la nomina dei nuovi consiglieri indipendenti passi le mozioni dovrebbero ottenere almeno il 50% dei voti ma i sette investitori istituzionali insieme pesano poco più dell'1% e Valoptec poco più del 4%, quando la Delfin di Del Vecchio detiene da sola il 31%.
Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino