A piedi in tangenziale con una borsa piena di esplosivo, bloccati in quattro

esplosione di un bancomat
MESTRE - I carabinieri si sono insospettiti nel vedere quattro uomini che si spostavano a piedi, lungo la tangenziale di Mestre, all'alba di ieri. E quando li hanno fermati,...

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MESTRE - I carabinieri si sono insospettiti nel vedere quattro uomini che si spostavano a piedi, lungo la tangenziale di Mestre, all'alba di ieri. E quando li hanno fermati, per un normale controllo, è saltata fuori un borsa piena di esplosivo.

È stata un'operazione del tutto inattesa quella messa a segno dai militari del Nucleo Radiomobile di Mestre: in manette sono finite quattro persone, dell'età compresa tra 30 e 54 anni, di cui per il momento non sono state fornite le generalità: gli investigatori le hanno definite vicine all'ambiente dei giostrai, con precedenti per furto e rapina.
Uno dei quattro uomini risulta residente a Marghera, un secondo è senza fissa dimora e gli altri due abitano tra Oderzo e Conegliano, in provincia di Treviso.
Tutti per il momento sono in carcere, in attesa dell'udienza di convalida che, con molte probabilità, si svolgerà domani mattina: a causa dell'emergenza coronavirus il giudice li ascolterà da remoto, in videoconferenza.
A coordinare il lavoro dei carabinieri è la sostituto procuratore di turno, Federica Baccaglini, la quale ha chiesto al giudice per le indagini preliminari di Venezia, Gilberto Stigliano Messuti, l'emissione di un'ordinanza di custodia cautelare in carcere per tutti. Il legale dei quattro indagati, l'avvocatessa Stefania Pattarello, aspetta di poter parlare con i propri assistiti per decidere quale sarà la strategia difensiva.
OBIETTIVO BANCOMAT
Inizialmente sembrava che all'interno vi fosse dell'esplosivo al plastico, mentre i quattro hanno spiegato che si tratterebbe di due etti e mezzo di polvere pirica che sarebbe dovuta servire per i fuochi d'artificio.
Versione alla quale, però, le forze dell'ordine non credono. Nel capo d'imputazione provvisorio la Procura contesta l'accusa di detenzione di materiale esplosivo.
L'ipotesi a cui i carabinieri stanno lavorando è che potesse servire per qualche colpo programmato o in via di programmazione per far saltare in aria qualche bancomat della zona. Serviranno però riscontri e ulteriori elementi per poter trovare conferme.
Gli assalti ai bancomat, fatti esplodere per poi essere svuotati, si sono fatti sempre più frequenti negli ultimi anni in quanto ritenuti colpi meno pericolosi di una tradizionale rapina e generalmente redditizi.

Gianluca Amadori
© RIPRODUZIONE RISERVATA Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino