Esplode una tubatura lungo il Put: acqua e fango entrano nelle case

I lavori di ripristino lungo il Put dopo la rottura di una tubatura
TREVISO Esplode nella notte tubatura sotto al put e un fiume di acqua e fango scorre lungo la strada e nei giardini delle case di fronte. Altezza Porta Calvi, poco prima del Ponte...

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TREVISO Esplode nella notte tubatura sotto al put e un fiume di acqua e fango scorre lungo la strada e nei giardini delle case di fronte. Altezza Porta Calvi, poco prima del Ponte di ferro. Sono le 23.30 di sabato scorso quando uno dei tubi, «vecchio circa una settantina d’anni» come spiega Pierpaolo Florian, direttore generale di Ats, cede per l’usura e il put si blocca parzialmente a causa dell’inondazione. Repentino l’intervento delle forze dell’ordine, polizia locale e vigili del fuoco, seguite dall’arrivo dei tecnici Ats che hanno potuto contenere il danno senza poterlo risolvere completamente a causa della difficoltà dei lavori necessari, da svolgersi al buio. Si è così aspettata il giorno successivo, all’alba, riuscendo a completare l’opera di riparazione per le 11 di mattina circa, lasciando una delle case colpite dal flusso fangoso senz’acqua per alcune ore. 


IL RACCONTO

«Sono arrivato la sera verso mezzanotte e ho visto quello che credevo essere un posto di blocco» racconta Riccardo Zoppello, residente nel condomino al 25 di Viale Trento e Trieste. «Mi sono accorto di cosa fosse davvero successo solamente nel momento in cui sono entrato in casa. All’inizio non capivo, mi sembrava al buio che il giardino fosse stato completamente ricoperto da fogliame mosso dal vento». Ma quelle che a Zoppello erano parse foglie era invece una cascata di acqua, fango e detriti che, fortunatamente, andava a scolare direttamente nel Sile. «Siamo fortunati, perché se la nostra casa non fosse adiacente al fiume e avesse avuto anche un minimo di conca la nostra cantina si sarebbe sicuramente allagata». Fortunatamente i danni sono stati molto limitati e nulla è stato danneggiato, non al numero 25 e nemmeno agli archivi notarili situati dall’altra parte della strada. «Sono andato a controllare che l’acqua non fosse arrivata anche da loro - continua Zoppello - ma non era successo nulla. Da noi invece l’acqua si è alzata arrivando circa a metà dei cerchioni delle nostre automobili». E i video che mostra a testimonianza confermano quanto raccontato, mostrando il giardino dell’abitazione di Zoppello completamente coperto dall’acqua torbida


LE LAMENTELE

«Purtroppo quelli di Ats sono riusciti ad arrivare dopo una quarantina di minuti - sottolinea l’uomo, che ha seguito la vicenda rimanendo sveglio fino alle 2 di notte - e durante quell’arco di tempo l’acqua ha continuato ad uscire senza sosta. Era un vero proprio fiume sulla strada». Fortunatamente, arrivato il giorno e la luce gli operai di Ats sono potuti intervenire risolvendo il problema, rallentando solamente di poco il flusso di traffico sulla circonvallazione esterna. Ma un’altra delle questioni riscontrate dai residenti è stato un inquinamento delle acque bianche che si presentavano marroni di fango appena le tubature erano state riallacciate. «Se aprivo il rubinetto l’acqua usciva completamente marrone - spiega un’altra dei condomini del civico 25 di viale Trento e Trieste, Anna Topan - e ha continuato ad avere questo colore almeno fino a mezzogiorno». Poco dopo, chiuso il buco nell’asfalto e lasciata correre l’acqua del rubinetto per qualche minuto la situazione è tornata alla normalità. «È forse la terza volta che succede che si rompa una tubatura sotto alla circonvallazione - sottolinea Florian - e forse sarebbe il caso di risistemare tutto l’anello del put». Sarebbe un investimento notevole, da studiare attentamente insieme all’amministrazione. «Si tratterebbe circa di 5 milioni di euro, forse 6 - conclude Florian - ma il problema sarebbe chiudere la strada che ogni giorno è affollatissima. Qualora andassimo in gara bisognerebbe pensare molto attentamente a un piano d’azione. Ad ogni modo le tubature sotto al put sono fatte in ghisa grigia che è un materiale estremamente resistente. Lo monitoriamo costantemente e finché resiste va bene così». 

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Il Gazzettino