TARCENTO (UDINE) - «In tempi difficili quali quelli che stiamo vivendo, che possono portare le persone disperate a trovare sollievo dalla sofferenza e dall'angoscia negli...
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Una celebrazione sacra di grande forza e suggestione, che affonda le sue radici negli usi, ormai quasi del tutto persi, che caratterizzavano il periodo epifanico della Chiesa cristiana Orientale in Aquileia: allora, infatti, il 6 gennaio non veniva ricordato per l'arrivo dei Re Magi ma per il battesimo di Cristo.
«L'acqua che si esorcizza con la solenne benedizione della vigilia rimanda a quella del nostro stesso battesimo - ricorda il pievano - . È con quel sacramento che si compie il vero primo esorcismo, infatti: con il rifiuto per tre volte di Satana, principio di ogni Male, e con la conferma per tre volte della devozione e della fede in Dio Padre, con il "Credo". Al termine del rito ognuno potrà portare a casa una bottiglietta di acqua esorcizzata e starà al capofamiglia aspergere gli spazi domestici per proteggerli dall'azione del Maligno».
Il rito, tutto in latino, durerà circa un'ora. Comincerà con le litanie dei Santi e col canto dei Salmi: il numero 28, dove Dio benedice il suo popolo; il numero 45, che riconosce nel Padre rifugio, fortezza e rocca; il 146, infine, che parla di speranza e di confido in Dio e non nei potenti. Poi si passerà all'esorcismo vero e proprio con la recita della Grande Preghiera contro il Male e il principio del Male, che è Satana. Si chiude col canto del Magnificat, del Te Deum e con la benedizione solenne su tutti i fedeli presenti in chiesa, che poi nelle loro case diverranno «Chiesa domestica». Una cerimonia che si ripete ormai da più di 12 anni, questa, e che a ogni 5 gennaio richiama in duomo un numero sempre più elevato di fedeli. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino