Addio al piccolo Christian, lutto cittadino e funerale con sole 130 persone in chiesa ma trasmesso in streaming

Il piccolo Christian Menin con i genitori Emanuele e Lisa
PADOVA - È arrivata l’ora di dire addio per sempre a Christian Menin. I funerali del bimbo di soli sei anni, morto annegato nelle piscine del polo natatorio di San...

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PADOVA - È arrivata l’ora di dire addio per sempre a Christian Menin. I funerali del bimbo di soli sei anni, morto annegato nelle piscine del polo natatorio di San Pietro in Gu, si svolgeranno martedì mattina, alle 10,30 nella chiesa parrocchiale di Limena, dove il piccolo abitava con i genitori Emanuele e Lisa e con la sorellina di soli otto mesi. Viste le previsioni di un enorme afflusso di persone che vorranno salutare un ultima volta il bimbo, il sindaco Stefano Tonazzo ha allertato la protezione civile e la sua polizia locale per aiutare nella gestione della cerimonia.

Il funerale verrà anche trasmesso in streaming su Youtube per consentire a tutti di potervi assistere, visto che, a causa delle norme anti coronavirus, la chiesa potrà ospitare solamente un massimo di 130 persone. E date le temperature africane di questi giorni, è sconsigliabile che chi resterà fuori segua a cerimonia sotto al sole dal sagrato. Il sindaco ha disposto il lutto cittadino e durante le esequie le serrande dei negozi verranno abbassate in segno di rispetto.


L’ANNUNCIO
Mamma e papà del piccolo Christian hanno scelto una foto giocosa del bimbo per l’epigrafe: ha la sua maglietta preferita, quella della Juve, nonostante il suo babbo sia interista. La stessa maglietta che aveva anche quando, coi genitori, era andato a Gardaland. Nell’album di foto è sempre sorridente e scherzoso. Ed è terribile per tutti coloro che l’hanno amato pensare che il suo sorriso non potrà più illuminare le loro giornate: perchè, come ripetono i compaesani, stravolti per la tragedia, “non è giusto morire così, non è giusto morire a sei anni”. 
Il parroco, don Paolo, celebrerà la cerimonia. In questi giorni è stato vicino alla famiglia, distrutta dal dolore, per qualche momento di preghiera. I giovani genitori hanno lasciato la loro casa per rifugiarsi in quella dei nonni materni, in modo tale da sostenersi a vicenda e aiutare la mamma ad occuparsi dell’altra figlioletta, di soli otto mesi.


L’INDAGINE
L’altro giorno, intanto, sono arrivati i primi risultati dell’autopsia eseguita sul piccolo. L’esame ha confermato che Christian è morto annegato in circa cinque minuti. Non ci sono lesioni o escoriazioni sul suo corpicino e sarebbe escluso anche il malore. Tutto confermerebbe, dunque, l’ingresso volontario del bambino in acqua, con la cuffietta calata sulla fronte, senza braccioli, ma specialmente, senza che nessuno lo controllasse. Almeno per quei 5 lunghissimi minuti in cui è finito con la testa sott’acqua, che l’hanno ucciso.


I risultati ottenuti dal professor Andrea Porzionato, medico legale che l’ha eseguita, fanno escludere alcune ipotesi: Christian non sarebbe caduto accidentalmente nella vasca da un metro e venti centimetri di profondità. Non sarebbe stato spinto. La relazione conclusiva del medico legale incaricato dalla Procura verrà depositata a settembre. Con questi primi elementi però, l’indagine, coordinata dal pubblico ministero Roberto D’Angelo e condotta dai carabinieri del nucleo investigativo, ora si concentra sulle responsabilità: perché nessuno ha visto un bimbo con il capo riverso sott’acqua per cinque minuti? 


Ad accorgersi del bambino svenuto, pochi minuti prima delle 13 di lunedì, è stata la bagnina Maya Serraglio, 22 anni, che ha visto il piccolo in posizione verticale, con la faccia sotto il pelo dell’acqua. L’ha trascinato fuori e ha iniziato a praticargli il primo soccorso. Nel frattempo il collega Diego Poletto, bagnino 43enne e compagno di Michela Campana, 41 anni, che gestisce la società trevigiana Conca Verde che ha in appalto la piscina, è corso a prendere il defibrillatore. Christian è stato rianimato dai due fino all’arrivo dei sanitari del Suem e durante il trasporto in elicottero fino al pronto soccorso pediatrico di Padova, dove è stato dichiarato deceduto. Tutti e cinque - il gestore, i bagnini e i genitori - sono stati iscritti nel registro degli indagati con l’accusa di omicidio colposo.  Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino