«Sto scendendo», poi il silenzio: l'allarme lanciato dal fratello e la lunga notte per strappare Flavio alla morte

Il rifugio Cercenà dista un'ora dal luogo dell'incidente
DOMEGGE - Restano gravi le condizioni di Flavio Marengon, l'escursionista recuperato nella notte tra mercoledì e giovedì 8 giugno a Ronchetto, distante dal...

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DOMEGGE - Restano gravi le condizioni di Flavio Marengon, l'escursionista recuperato nella notte tra mercoledì e giovedì 8 giugno a Ronchetto, distante dal sentiero che scende da Montanel a Domegge. La zona è quella degli Spalti di Toro che dominano il Centro Cadore.

L'ALLARME
Verso l'una e mezza, il Soccorso alpino del Centro Cadore è stato attivato dalla centrale del Suem dove era arrivata la chiamata preoccupata del fratello del 62enne di Domegge di Cadore che non era rientrato da una camminata. Marengon si era fatto sentire l'ultima volta verso le 22, al fratello aveva detto che stava scendendo illuminando il percorso con la pila del telefono; ma poi silenzio, non rispondeva più alle chiamate e il cellulare suonava libero. Dato l'allarme otto soccorritori hanno raggiunto il luogo e hanno avviato la ricerca, finché alcune ore dopo, la squadra ha sentito dei lamenti provenire da distante. I soccorritori hanno quindi individuato l'uomo, che, probabilmente ingannato da una falsa traccia, si era allontanato di 300, 400 metri dal sentiero cadendo sul terreno scivoloso e ruzzolando sotto salti di roccia. Verificate immediatamente le sue condizioni, aveva un sospetto politrauma, graffi su tutto il corpo ed era in probabile ipotermia, è stato chiesto l'intervento dell'elicottero abilitato per il volo notturno.

IL VOLO


Una volta raggiunta la zona, dall'eliambulanza di Trento sono stati calati con il verricello equipe medica e tecnico di elisoccorso, che hanno preso in carico l'infortunato, imbarellato ed issato a bordo, l'uomo è stato trasportato all'ospedale di Trento. Flavio Marengon, pensionato, è un appassionato delle sue montagne ed è un ottimo camminatore; chi lo conosce lo descrive come atletico che ben conosce il territorio tanto da non capacitarsi per quanto accaduto. Forse rientrando avrà voluto tagliare il sentiero per fare prima, ma la zona è molto ripida, e il terreno reso particolarmente scivoloso dalle piogge del periodo, il buio che peggiora qualsiasi situazione non escludendo poi che la pila si sia scaricata; una scivolata pericolosa in un contesto tanto bello quanto difficile caratterizzato da versanti molto ripidi. Con molta probabilità Marengon era partito direttamente da casa per quella camminata, da capire perchè, viste le giornate ancora lunghe, si sia trattenuto fino a tardi venendosi a trovare in piena notte. Potrebbe essere stato sorpreso da uno dei tanti rovesci del periodo che lo ha costretto ad attendere una schiarita. I volontari dal Soccorso alpino hanno raggiunto il rifugio Cercenà, che si trova ad un'ora circa dal luogo dell'infortunio; era l'una e mezza quando i gestori sono stati svegliati dall'arrivo dei mezzi, ma al rifugio non avevano visto l'uomo tanto da non poter fornire ulteriori informazioni a quelle già in possesso ai soccorritori. È stata una notte di apprensione anche per loro che verso le 5 hanno sentito l'elicottero e verso le 8 hanno accolto il rientro dei volontari stanchi e molto provati. Se Falco fosse stato abilitato al volo notturno il tempo di intervento sarebbe stato minore.
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Il Gazzettino