OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
SACILE - Una telefonata, l'incontro in un appartamento a Sacile e una frequentazione che, nel giro di poche settimane, frutta a una escort 50mila euro. Un raggiro? Sì, secondo un professionista friulano che ha versato il denaro convinto di aiutare la donna a pagare un debito tributario e che poi l'ha denunciata per truffa e appropriazione indebita. La sua denuncia si è tradotta in un'ipotesi di accusa per truffa e appropriazione indebita, aggravata dall'entità del danno, ma che nel corso del dibattimento non ha retto. Se davvero era un prestito, si tratta di un'obbligazione civile ha concluso alla fine la pubblica accusa. «I soldi glieli ha dati in contanti - ha ribattuto la difesa rappresentata dall'avvocato Quinto Ioncoli - Non c'è un bonifico, nessuna prova. Quando alla mia assistita hanno aperto la cassetta di sicurezza in banca, non c'era nulla. Se era un prestito, non costituisce reato». Anche il giudice onorario Federica Bernardi ha ritenuto che non vi fossero sufficienti elementi per dimostrare la truffa e l'appropriazione del denaro. E per la donna, una 54enne di origini maghrebine, ieri è arrivata una sentenza di assoluzione, con l'uso della formula dubitativa, perché il fatto non sussiste. Non vi era stata costituzione di parte civile.
L'INCONTRO
La vicenda risale al settembre 2016.
LA DENUNCIA
Quando il rapporto comincia a logorarsi, l'uomo chiede inutilmente la restituzione dei soldi. A quel punto scatta la denuncia, presentata in Questura a Pordenone, in cui spiega di essere stato indotto a prestare denaro dopo che gli era stata rappresentata una situazione drammatica dal punto di vista economico. Al processo, però, non è stata raggiunta la prova che l'uomo fosse stato truffato con artifizi e raggiri. Il debito tributario c'era e il prestito non restituito diventa una mera questione civilistica.
C.A.
Il Gazzettino