Errori nel parto, la bimba è rimasta lesionata: l'Ulss Serenissima risarcisce 3 milioni ai genitori

L'ingresso dell'ospedale di Chioggia
CHIOGGIA - L'Ulss Serenissima dovrà versare un risarcimento superiore ai tre milioni di euro (oltre agli interessi) ad una bambina rimasta gravemente lesionata a...

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CHIOGGIA - L'Ulss Serenissima dovrà versare un risarcimento superiore ai tre milioni di euro (oltre agli interessi) ad una bambina rimasta gravemente lesionata a seguito degli errori commessi dai sanitari dell'ospedale di Chioggia durante il parto, avvenuto nel maggio del 2014.


Lo ha stabilito la quarta sezione civile della Corte d'appello di Venezia la quale, accogliendo il ricorso presentato dall'avvocato Enrico Cornelio, ha aumentato la somma dovuta alla piccola, ai suoi genitori e nonni di ben un milione e trecentomila euro rispetto al risarcimento stabilito in primo grado dal Tribunale, che aveva quantificato il dovuto sulla base di una ridotta aspettativa di vita della bambina, indicata dal consulente tecnico in appena 30 anni, considerate il grave ritardo mentale e la tetraparesi spastica distonica di cui soffre.
I giudici d'appello hanno riconosciuto un risarcimento più consistente in quanto hanno aumentato la somma dovuta a titolo di lucro cessante, ovvero la somma che in ipotesi la bambina avrebbe potuto guadagnare se fosse in grado di lavorare. Inoltre hanno riconosciuto ai genitori e ai nonni una cifra più consistente rispetto a quella liquidata in primo grado per quanto riguarda l'assistenza necessaria a prendersi cura della bambina. Aumentato anche l'importo spettante a genitori e nonni per risarcire la loro esistenza rovinata a causa delle gravi lesioni subite dalla neonata durante il parto.


GLI ERRORI DEI SANITARI

I giudici hanno riconosciuto una precisa responsabilità da parte dei sanitari dell'ospedale di Chioggia che, di fronte ai problemi venutisi a creare durante il travaglio, non hanno posto in essere i necessari accertamenti diagonstici che avrebbero evidenziato la sofferenza fetale e non hanno dunque optato per un immediato parto cesareo.
Dopo una gravidanza regolare, la mamma fu ricoverata, alla quarantesima settimana, per rottura spontanea delle membrane. In ospedale decisero di non intervenire lasciando che il parto avvenisse in modo spontaneo. La neonata riportò un grave danno di natura asfittica, essendo rimasta a lungo senza ossigeno. Da allora la sua vita è fortemente limitata: non può muoversi, ha ridotte capacità intellettive e ha necessità di assistenza continua per poter far fronte a qualsiasi attività.


L'avvocato Cornelio ha annunciato che proporrà ricorso per Cassazione in quanto ritiene che la bambina, grazie all'assistenza di cui gode e continuerà a godere, abbia un'aspettativa di vita più lunga di quella quantificata nel corso della causa, ovvero superiore ai 30 anni. E dunque il risarcimento che le spetta sia superiore. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino