Errori in bolletta: ogni giorno almeno 10 liti per telefoni e pay tv

Errori in bolletta: ogni giorno almeno 10 liti per telefoni e pay tv
Errori in bolletta, mancata trasparenza contrattuale, ritardi nell’attivazione. Che si tratti di compagnie telefoniche o pay tv, ogni giorno in Veneto almeno dieci utenti...

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Errori in bolletta, mancata trasparenza contrattuale, ritardi nell’attivazione. Che si tratti di compagnie telefoniche o pay tv, ogni giorno in Veneto almeno dieci utenti chiedono di dirimere fuori dal tribunale una controversia con i gestori dei servizi di telecomunicazioni: un fenomeno in netta crescita, se è vero che in cinque anni i casi sono più che raddoppiati, passando dai 2.077 del 2011 ai 4.036 del 2016. Il dato emerge dalla relazione sull’attività svolta nel 2016 dal Corecom, il Comitato regionale per le comunicazioni a cui competono le procedure di risoluzione extragiudiziale in questo settore.


In generale le liti hanno riguardato il mancato rispetto delle disposizioni relative al servizio universale e ai diritti dell’utenza stabilite dalle leggi, dalle delibere dell’Agcom, dalle condizioni contrattuali e dalle carte dei servizi. Nello specifico si è trattato di doglianze per errata fatturazione (1.097, un quarto del totale), contestazioni delle penali per recesso anticipato (614), lamentele per prodotti o servizi non richiesti (460), spese non giustificate (398), modifiche al contratto (324), interruzione o sospensione della fornitura (260) e via di questo passo. «La conciliazione – riferisce l’organismo presieduto da Gualtiero Mazzi – negli ultimi anni ha dimostrato tutta la sua efficacia come valido strumento alternativo al sistema giurisdizionale che risulta caratterizzato dalla lentezza patologica del processo civile, i cui tempi di conclusione ormai “biblici” comportano gravi ricadute sulla vita economica e sociale dei cittadini».

La rapidità, sommata alla gratuità della procedura davanti al Corecom, spiega la costante crescita registrata dalle istanze, ormai arrivate ad una media di 336 al mese, con picchi dalle province di Venezia (860), Padova (857) e Verona (772), seguite da Treviso (680), Vicenza (625), Rovigo (153) e Belluno (89). Circa un terzo delle rimostranze ha interessato Telecom (1.485), che insieme a Vodafone e alla consociata Teletu (918) assomma il 58% del totale, lasciando più indietro H3G (543), Wind (462), Fastweb (320), Tiscali (55), Sky (29). Il 53% delle richieste proveniva da privati, mentre il restante 47% giungeva da aziende e professionisti, «una casistica impegnativa sul piano conciliativo – annotano dal Corecom – poiché introduce la problematica del danno economico conseguente, che non trova però adeguata risposta nello spirito indennizzatorio della procedura e soprattutto delle disponibilità compensatorie degli operatori». 


Per sette pratiche su dieci (2.351 delle 3.368 udienze celebrate, più 661 pre-conciliazioni), l’iter si è comunque concluso con un accordo fra le parti. In termini economici ciò ha comportato la corresponsione di 468.088 euro per indennizzi (previsti dalle condizioni di contratto e dalle carte dei servizi) e rimborsi (per servizi fatturati dagli operatori ma non richiesti dagli utenti), nonché di ulteriori 1.200.801 euro per storni (cifre che il cliente non ha pagato e che la compagnia ha azzerato). Infine sono state accolte 416 domande di adozione di provvedimenti temporanei, mirati a garantire la continuità del servizio o ad interrompere abusi e malfunzionamenti, come la mancata attivazione o migrazione delle utenze. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino