Maria Alberta e Alfonso lasciano due milioni di eredità a parrocchia, associazioni e lega italiana per la lotta ai tumori

Alfonso Giazzon e Maria Alberta Da Rold (morta l'11 maggio del 2021)
BELLUNO - Lascia soldi e case per due milioni di euro: i beneficiari sono le associazioni del Bellunese. Circa un anno fa l’apertura del testamento e la scoperta delle...

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BELLUNO - Lascia soldi e case per due milioni di euro: i beneficiari sono le associazioni del Bellunese. Circa un anno fa l’apertura del testamento e la scoperta delle ultime volontà dettate dalla donna nel 2017: circa un milione e mezzo di euro a favore di 4 eredi, vale a dire Comitato d’Intesa, parrocchia Don Bosco, Via di Natale onlus di Aviano e Aism Belluno e di tre legati, due cugini del marito. Non solo, due immobili sono andati alla sezione bellunese della Lilt. Insomma un piccolo tesoretto di cui oggi, nel primo anniversario dalla morte della generosa signora (il marito era mancato già nel 1988) gli eredi vogliono parlare per ringraziare e spiegare come vorranno utilizzare il gruzzolo.

IL RITRATTO
Si faccia un passo indietro, il patrimonio è quello di due coniugi bellunesi, di Maria Alberta Da Rold impiegata all’Inps e di Alfonso Giazzon. Lui è morto nel 1988 mentre lei, classe 1926, è venuta meno l’11 maggio dello scorso anno. Senza figli, lavoratori indefessi, i due hanno sempre vissuto con semplicità, con constante dedizione alle opere caritatevoli. La donna nella sua vita ha puntualmente curato i rapporti con la Chiesa, in particolare con quella di San Giuseppe, e ha sempre mostrato particolare sensibilità verso le persone in difficoltà, indigenti al quale ha prestato assiduo aiuto. Assunta giovanissima all’Inps, durante la Seconda Guerra mondiale, esercitò quel lavoro fino al primo luglio del 1973. Con il marito convolò a nozze nel ’48 e ne rimase vedova, si diceva, nel 1988. Fedele al suo borgo natio, per tutta la vita mantenne la residenza a Borgo Pra dove costruì la casa con il marito. Amava il lavoro a maglia e all’uncinetto, sferruzzava per gli amici ai quali regalava i frutti del suo hobby. Un’esistenza semplice, fatta di volontariato, di lavoro e di amore per il marito quella di Alberta che, 4 anni prima di morire, ha voluto fissare su carta le sue ultime volontà nominando come esecutrice testamentaria l’amica di sempre e collega di lavoro, Maria Teresa Bortoluzzi in Emeri. «Conobbi Alberta il 16 luglio del 1966 – ricorda l’amica -, avevo vinto un concorso in Inps e lei era in segreteria, è stata la mia insegnante amministrativa. Avevamo diversi anni di differenza ma si è creato subito un legame, lei era un tipo molto giovanile e insieme parlavamo della nostra vita, delle famiglie etc. Quando ho scoperto di essere stata nominata esecutrice testamentaria mi sono sentita onorata, ma mi è anche venuta l’agitazione, ero spaventata perché il patrimonio era importante e avevamo un anno di tempo per dare seguito alle sue volontà».

IL LASCITO
Ai 4 eredi, due associazioni del territorio, una di Aviano (Pordenone) e la parrocchia don Bosco, andranno 305 mila euro a testa. «Abbiamo redatto un piano quinquennale per l’utilizzo dei soldi – spiega il presidente del Comitato d’Intesa, Gianluca Corsetti -, li useremo per portare avanti servizi già in essere come “Stacco” con il quale nel 2021 abbiamo percorso oltre 300 mila chilometri per portare le persone da casa all’ospedale, e come l’amministratore di sostegno. Ma non solo, ci saranno in particolare progetti rivolti a chi fa volontariato verso la terza età. La prossima settimana, per esempio, partirà un progetto triennale ma ancora non sveliamo nulla». La parrocchia di don Bosco con il tesoretto unito a fondi assicurati dal Cei, metterà in sicurezza la piccola chiesa di San Giuseppe, amata dalla defunta, dove ora si svolgono solo i rosari di maggio, e ne destinerà una parte alla scuola materna. «Sono parroco qui da un anno e mezzo, Alberta non l’ho mai conosciuta – spiega don Claudio Zamperin -. Questa donna amava la vita e avrebbe voluto generare vita ma per diversi motivi non ha potuto, tuttavia è stata grazia di vita per molti e continua ad esserlo ora».

GLI IMMOBILI


Due immobili, poi, sono andati alla sezione di Belluno della Lilt. Si trattava di una casa in Nevegal e dell’amata abitazione di Borgo Pra, entrambi venduti dall’Associazione che ha ricavato 295 mila con i quali, ora, finanzierà la propria sede, la prima. «Siamo sempre stati ospitati all’interno di ambulatori privati – spiega la presidente Pieranna Dal Mas -, avere una nostra sede ci cambia completamente le prospettive. Offriremo ospitalità anche ad altre associazioni operative nella sanità». Infine 100 mila euro a testa sono andati a due cugini del marito e alla badante ucraina Oleksandra Pyatkovska che l’ha assistita amorevolmente negli ultimi dieci anni di vita.

 

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Il Gazzettino