Boom delle erbe aromatiche e officinali: il mercato vale un miliardo

Boom delle erbe aromatiche e officinali - Foto di congerdesign da Pixabay
Quasi un miliardo di euro. È il mercato italiano delle erbe aromatiche e officinali usate in cucina, per i tè e le tisane sempre più moda, nei liquori...

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Quasi un miliardo di euro. È il mercato italiano delle erbe aromatiche e officinali usate in cucina, per i tè e le tisane sempre più moda, nei liquori salutistici e impiegate nella cura del corpo. La produzione strettamente agricola italiana è però solo di 150 milioni di ettari (4 mila tonnellate di prodotto su oltre 7.300 ettari). Gli imprenditori del settore si sentono quasi figli di nessuno: «Siamo trascurati denuncia Andrea Primavera, presidente di Fippo, la federazione che rappresenta la gran parte dei produttori italiani dalle normative dell'agricoltura. Invece è un comparto innovativo a cui andrebbero dedicate misure specifiche anche alla luce delle oltre 140 specie coltivate e in una visione di biodiversità del Paese. Molte piante aggiunge rientrano nella dieta mediterranea, penso ad esempio al rosmarino. Per questo è necessario un censimento per iniziare un percorso di valorizzazione».


Il grande interesse per il settore è dimostrato dalla presenza storica di alcuni grossissimi player del peso di Cannamela (gruppo Montenegro, come anche la camomilla Bonomelli), Aboca e gruppo Star (Sogni d'oro l'etichetta più nota). Sul settore puntano anche i fondi di investimento, sempre attenti alle novità. L'operazione più recente è di appena una settimana fa: Clessidra private equity Sgr di Claudio Sposito ha acquistato Everton, azienda di Alessandria da 40 milioni di fatturato che produce tè, tisane e infusi, con stabilimenti in Italia, India e Croazia e una succursale negli Stati Uniti. «In Italia calcola Primavera la quantità del mercato complessivo di piante officinali è di 37mila tonnellate, oltre 45mila tonnellate per quello delle spezie, 45 tonnellate di zafferano e 10 tonnellate per gli oli essenziali. La nostra produzione è largamente insufficiente, copre un fabbisogno di appena il 20% della domanda, e questo lascia ampi margini di crescita del settore».

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Il Gazzettino