Tre in sella allo scooter, fuggono e speronano i militari: giovani nei guai

Tre in sella allo scooter, fuggono e speronano i militari: giovani nei guai
Una scorribanda estiva in compagnia di altri amici è costata cara a un giovane di Chies d'Alpago. Un errore di gioventù (allora aveva 18 anni) che gli è...

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Una scorribanda estiva in compagnia di altri amici è costata cara a un giovane di Chies d'Alpago. Un errore di gioventù (allora aveva 18 anni) che gli è costato una condanna a 4 mesi di reclusione (pena sospesa). È questa la sentenza  al termine del processo a carico di R.S., oggi 23enne.


Era finito alla sbarra con l'accusa di resistenza a pubblico ufficiale per i fatti avvenuti il 25 luglio 2012. Secondo quanto ricostruito dalla Procura quel giorno il ragazzo, per opporsi ai carabinieri della stazione di Puos che lo stavano inseguendo, avrebbe addirittura speronato con lo scooter l'auto dei militari. Tutto era iniziato quando la pattuglia intercetta i giovani su un  HM modello Cre50: erano in 3 in sella. Ma non è questa l'unica infrazione collezionata da R.S., che era alla guida. Lo scooter come è emerso da un rapido controllo era sprovvisto del contrassegno, non era assicurato, e non era passato per la revisione periodica. Insomma non c'era nulla di regolare e, come dice l'accusa, l'imputato aveva «ben due trasportati a bordo». Per questo il giovane alpagoto si dà alla fuga e inseguito dai carabinieri. L'inseguimento mette in pericolo tutti: il giovane infatti si avventura a pazza velocità lungo tornanti di montagna «a visuale chiusa». Prosegue con manovre azzardate collezionando una lunga lista di violazioni al codice della strada. Secondo l'accusa avrebbe messo in pericolo anche l'incolumità dei militari  visto che è finito anche contro lo sportello dell'auto.

Ieri mattina in Tribunale la difesa ha puntato sul fatto che la sola fuga non esprime di fatto un contenuto di resistenza. Anche per l'urto al massimo si sarebbe trattato di «violenza impropria», certo non da configurare il reato. Il pm Sandra Rossi ha però ritenuto provata la penale responsabilità del giovane e ha chiesto e ottenuto la condanna a 4 mesi. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino