Equitalia spedisce a una pensionata 45 cartelle chiedendo mezzo milione

Equitalia spedisce a una pensionata 45 cartelle chiedendo mezzo milione
VENEZIA - 45 cartelle esattoriali, la prima delle quali risalente al 1988, per un debito complessivo superiore ai 500mila euro. Quando ha aperto la raccomandata che le ha...

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VENEZIA - 45 cartelle esattoriali, la prima delle quali risalente al 1988, per un debito complessivo superiore ai 500mila euro. Quando ha aperto la raccomandata che le ha consegnato il postino, L.B., pensionata veneziana di 80 anni, non poteva credere ai propri occhi. «Ho guardato più volte l’importo - racconta - e ho chiesto conferma anche a mia figlia. Ho pensato anche a uno scherzo ma poi mi sono sentita male». Nella busta, spedita da Equitalia, la donna s’è ritrovata l’elenco di una lunga serie di cartelle esattoriali, provenienti per lo più dell’Inps e della Camera di Commercio, e relativa a un negozio che la pensionata ha gestito in centro storico fino al marzo del 1999, quando ha ceduto l’attività.


Ora L.B. s’è affidata all’ufficio legale dell’Adico, il quale chiederà a Equitalia la cancellazione sia delle cartelle ormai prescritte, sia delle altre perché comunque riferite a una attività chiusa da 15 anni.
«Quando ho aperto la busta di Equitalia - spiega ancora la pensionata veneziana - sono rimasta di stucco. Mi sono ritrovata una sfilza di cartelle in ordine cronologico: dal 1989 al 2012. Molte sono dell’Inps, le altre della Camera di Commercio. Tutte si riferiscono all’attività che ho gestito fino al 1999. La cifra più bassa fra le 45 elencate è di 350 euro, quella più alta di 102mila euro. Ho guardato più volte la somma finale, che è di 518 mila euro, e ho sperato fino alla fine di sbagliarmi. Invece poi mia figlia mi ha confermato che si trattava proprio di mezzo milione di euro. E dove posso mai trovarli?».


«La cosa bizzarra - commenta Carlo Garofolini, presidente dell’Adico - è che abbiamo invitato la socia a presentarsi da Equitalia per chiedere alcuni documenti e la società di riscossione le ha proposto un piano di rateizzazione! Detto questo, la maggior parte della cartelle sono andate in prescrizione, per le altre il nostro ufficio legale chiederà comunque la cancellazione. La cosa assurda di tutta questa faccenda è che la somma richiesta riguarda una attività chiusa da quindici anni. Inutile dire che nel nostro Paese alcuni meccanismi esattoriali non funzionano proprio. In generale, poi, quando passano in mano a Equitalia, gli importi lievitano, mettendo in ginocchio chi sta già vivendo della grandi difficoltà economiche». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino